Sgosh autunnale

Sgosh autunnale

martedì 29 gennaio 2013

L'uomo malato in casa


Riuscite a immaginare niente di più terribile? Al momento io no.

Il CdM si è ammalato. Disgrazia! Quando ho espresso il desiderio "Vorrei finalmente il CdM a casa per un weekend" non intendevo il CdM marcescente a letto che sparge muco e germi come un idrante. Devo spiegarmi meglio la prossima volta.

Nel weekend generalmente approfitto della sua assenza da casa per pulire casa. Sono una vera casalinga ormai, mi sobbarco di tutti i lavori perché sono disoccupata e lui va a caccia tutto il giorno per portare a casa un cinghiale per cena. "Amore, mi mancherai tanto, a stasera" e appena lui esce imbraccio la scopa e comincio a pulire. Che donna amorevole vero? 
Macché. Sfido chiunque a pulire casa con lui tra i piedi.
La camera no, non la posso pulire perché lui dorme. E quindi non posso passare l'aspirapolvere per non turbare il suo sonno.
Poi magicamente si sveglia e allora mi dirigo verso la camera, ma... non vorrò mica passare lo straccio vero? Perché lui deve scegliersi ancora i vestiti. 
Mi sposto per aprire le finestre in cameretta e lui è lì, posizionato davanti al Pc... devo pulire proprio ora che lui si sta formattando il telefono?? 
Allora mi sposto in bagno armata di disinfettante e... ma insomma, un povero uomo non può avere accesso al suo bagno se un bisogno urgente lo sorprende come un ictus fulminante?? 
A quel punto penso di poter cominciare dalla cucina... illusa! L'uomo di casa ha fame e anche sete, e pertanto andrà a scovare dalla dispensa la cosa che più si sbriciola e mentre si verserà del succo qualche goccia finirà inevitabilmente su qualche superficie. Perché un uomo che ha fame mica può mettersi a sfidare la forza di gravità.


In genere ci impiego dalle 6 alle 12 ore per pulire una casa che alla 13esima ora fa schifo esattamente come prima.
La solita donnetta isterica.

Comunque, durante il weekend la fronte del CdM scottava e le mie orecchie, oh le mie orecchie! Le mie orecchie bruciavano.

"Sto male..." "sì amore" "sto morendo..." "sì amore" "sto malissimo..." "lo so amore" "coff coff ma senti quanta tosse?..." "lo sento amore" "sniff sniff ma hai sentito che raffreddore??..." "ho sentito amore" "non ce la faccio più..." "sì amore, dormi!!" "mamma mia che sofferenza..." "eh, anche la mia amore" "soffro... ti ho già detto che sto male e soffro?" "Ah, davvero??? Dopo 36 ore non avevo capito."


Avete mai avuto la sensazione di volervi strappare le orecchie e tirarle contro a qualcuno? Ecco.
Un continuo sottofondo. Ogni colpo di tosse sottolineato da un lamento. Ogni soffiata di naso per la quale occorre un sostegno morale. Rantoli sommessi o più forti a seconda della distanza che c'è tra l'emittente e il ricevente. 
Difficile non comprendere chi ad un certo punto sceglie di fare harakiri.


(Amore, so che leggerai e verrai da me con la faccia tutta imbronciata dicendo "uffa, sparli sempre di me... coff coff e io sto male", quindi ricordati le cose carine che hai detto che ho fatto per te nel weekend, e che io non ricordo... ma tu ricordale perché sono indiscutibilmente il segno del mio ammmmmmmore!)









lunedì 28 gennaio 2013

Ci sono persone che quando saluti pensi "beh, chissenefrega, non le rivedrò mai più".

Della stagione scorsa non ho ricordi né positivi né negativi. Trascorsa come una doccia scozzese, nulla di più. Niente da segnalare, se non che il mio capo alla fine dei conti mi faceva un po' pena. Un uomo depresso, sicuramente un po' sfortunato, incapace di sfogare le sue frustrazioni in un modo migliore che non fosse quello di cercare di far sentire più stupidi possibile i suoi dipendenti. Ma detto sinceramente, ho avuto di meglio a cui pensare.

I nuovi gestori dell'albergo, per i quali dovrò cominciare a lavorare a breve, si sono finora rifiutati di farmi avere contatti di nessun tipo con il mio ex capo. Suppongo non abbia piacere di rivedermi e che gli risulti pesante dover mostrare ad una sua ex dipendente, trattata fino alla fine come una cerebrolesa, che è dovuto soccombere al volere altrui e cedere tutto ciò che aveva, ovvero il suo lavoro da 37 anni. Di fatto sono ancora disoccupata anche per questo motivo e dopo aver conosciuto le mie nuove colleghe, sono ben contenta di essere ancora lontana da quell'ambiente. Solo otto ore con loro mi hanno fatto salire l'ansia da ritorno alla prigione come se stessi per scontare le mie ultime ore di vita. Non ho trovato altri lavori che potessero garantirmi un introito tale da poter mangiare, il CdM continua con due lavori alla retribuzione di mezzo e io ogni giorno mi mangio un pezzo di fegato pensando ai 130 giorni continuativi di lavoro a non meno di 8/9 ore giornaliere che mi aspettano da maggio a settembre.Quando 8 anni fa ho aperto il blog, amavo questo lavoro perché credevo che per me ci sarebbe stato altro nella vita, e che forse lo avrei rimpianto. Adesso che mi si continua a rifiutare la possibilità di cambiare, posso dire che lo detesto con tutta me stessa. Dieci anni trascorsi a sognare il momento in cui, varcata la soglia dei 30, avrei potuto godere del più classico lavoro lunedì-venerdì tutto l'anno, un qualsiasi lavoro con uno stipendio mensile - ferie - diritti, e invece sono legata a questo dannato lavoro che va contro ogni regola e legge stabilita per la tutela dei lavoratori. Questo tocca a me, che 5 anni fa avevo deciso che ora di darci un taglio e non assecondare più queste realtà malate. E per di più vengo punita con sempre più violenza dal destino che mi ha voluta ingorda: se me ne sono andata da un lavoro annuale litigando con la mia capa di allora per via degli orari da incubo, quella che sarà la mia capa di ora mi ha già prospettato un'estate che in confronto l'orario di prima sembrava quasi sindacale. Mi sta bene, così imparo a voler difendere i miei diritti.  Ma sto divagando... mi farò venire un infarto da esaurimento nervoso quando sarà il momento. Ancora sono disoccupata e ora che il trasloco è praticamente terminato, la casa è stata sottoposta alle prime visite di eventuali futuri inquilini.

Ero d'accordo con il padrone di casa che sarei stata con lui a far vedere l'appartamento finché non fosse scaduto il contratto, dal momento che lui non sapeva del nostro trasferimento anticipato. Così un sabato mattina mi sono presentata di buon ora e con un gran sorriso, mentre i candidati si presentavano alla porta e io decantavo le virtù dell'appartamento (lasciato volutamente in penombra, vista la muffa che lo ricopre ormai interamente, ma dettagli). Convinta di aver adempito al mio dovere, stavo per tornarmene a casa quando il padrone mi ha chiesto di rimanere per un altra persona interessata che sta arrivando. Mi ha detto anche il cognome, piuttosto comune, che non ha fatto scattare in me nessun campanello di allarme. Ad un certo punto, poiché tardava, mi ha detto che si trattava di una persona piuttosto nota nella Ridente Cittadina. Ho fatto spallucce, tanto io sono asociale. Non ho sussultato nemmeno quando mi ha detto che si trattava di un albergatore: cervello anestetizzato dal freddo probabilmente, perché cognome più albergatore dovevano già avermi fatto capire. Infine mi dice il nome dell'albergo: quell'albergo! Quello di cui sopra. "E' stato un piacere, ma ora ti saluto" gli ho detto. Ma non me ne sono andata e dopo un paio di minuti me lo sono trovato davanti, l'ex capo, che quando ha capito che l'ex inquilina ero io è diventato pallido come la neve a chiazze rosse come la Pimpa. Una bella immagine, dopotutto. "Che dire, hai visto no, come mi sono ridotto".
Ho fatto finta di non sentirlo e gli ho rifilato un discorso molto poetico sulle magiche proprietà della tenda della doccia che gli ho lasciato in dotazione. Non mi interessa come si è ridotto lui, ho già abbastanza giramento di balle per me stessa. Forse mi ha fatto addirittura tenerezza, anche se, devo ammettere, l'idea che proprio lui potrebbe abitare nel mio nostro primo nido d'ammmmore, quella casa che tanto abbiamo amato, mi dà un po' i brividi.

Comunque sia, adoro la nostra nuova dimora, letteralmente. Fatta su misura per pantofolai come noi, piena di angolini relax e per le gatte. Mi aggiro per le stanze con aria soddisfatta e soprattutto il sabato, quando è reduce di una bella strigliata, mi  rotolerei sul pavimento come fanno le mie gatte quando sono felici.

E a proposito di casa e gatte, ecco uno scorcio del salotto. Trovate la Melissa! :D




giovedì 17 gennaio 2013

Habemus domus!

Fino a tre mesi fa la mia cucina era così:



E ora invece è così:



Il 19 dicembre abbiamo fatto micie e bagagli e ci siamo trasferite nella nuova dimora. In tempo record oserei dire. In compenso il trasloco sta durando quanto l'intera ristrutturazione, o quasi. 


Sepolti in casa? Dilettanti. In 35 mq siamo riusciti ad accumulare roba che ora non sta nemmeno in 90 + soffitta + la mia vecchia camera a casa dei miei che funge da magazzino + un capanno che ci ha prestato mia nonna. Quintali e quintali di roba. Circondarsi di oggetti per allontanare i problemi come fanno gli accumulatori seriali? Diciamo che un suocero che mi ha procurato detersivi per lavare i pavimenti per i prossimi 30 anni probabilmente ha contribuito in qualche modo. 
In più l'organizzazione è stata forse carente. I primi mesi ho tenuto dei corsi esclusivi per il CdM, dai titoli evocativi quali "Perché inscatolare cose anziché caricarsele in spalla", "Il teletrasporto sarebbe bello, ma non esiste" e "Magliette dei Metallica scolorite, sformate, bucate: che cosa ce ne facciamo?". Il CdM non ha superato l'esame finale, ma è solita vecchia storia: il ragazzo ha la testa, ma non si applica.
Di fatto, lavorando il CdM 7 giorni su 7 e dovendosi dividere tra due diversi lavori part-time, non ha potuto condividere con me la grandi gioie che un trasloco può donare. Le avrei condivise volentieri, a dire il vero. 
Anche perché le mie possenti braccia sono solo coperte di ciccia molle, che non è di grande aiuto quando devi salire e scendere tre rampe di scale con grossi carichi. 


Comunque sia, ce l'abbiamo quasi fatta! Le cose che non so bene che ruolo debbano avere nella nostra vita sono state ammassate senza un criterio negli spazi esterni alla casa, quindi mia mamma ha i capelli dritti in testa, io non ho idea di cosa sia stato gettato alla rinfusa e ogni giorno scopro di non trovare qualcosa, continuo a perdere documenti essenziali per la casa e viviamo tutti felici e contenti. Amen!