Tra 11 giorni apre l'hotel.
Non sono mai stata granché felice di iniziare la stagione lavorativa, ma quest'anno proprio mi stenderei sulle rotaie in attesa di essere fatta a brandelli. Ecco.
Intanto perché dopo 6 anni ritornare ai 120 giorni no-stop senza giorno libero, con in più diverse ore giornaliere sul groppone e una casa da gestire, mi dà l'idea che la mia vita stia finendo. Morirò di stenti, me lo sento.
In più il CdM non ha trovato un altro lavoro che non fosse trascorrere quattro mesi interamente in hotel, senza mai poter nemmeno pensare di fare una passeggiata insieme, una serata insieme, un solo pasto insieme. Certi giorni non ci incroceremo nemmeno, se non per un fugace saluto sul materasso (e non pensate male, a stento abbiamo il tempo per dormire.
Insomma, ne ho una voglia che mi ucciderei. L'ho già detto?
Ho iniziato il 18 marzo con questa ragazzetta di 26 anni come direttrice, spocchiosa come pochi altri al mondo, convinta di essere l'unico essere vivente dotato di bellezza e intelligenza in questo emisfero. E' la prima volta nella mia vita che, lavorativamente parlando, mi sento un genio. E nonostante i miei quindici anni di esperienza sul campo ho abbastanza sale in zucca da comprendere che, non bramando ardentemente chissà quale postazione di comando, sono un soldato semplice: faccio quello che devo, ma senza nemmeno troppo entusiasmo. Non mi spreco, a dirla tutta.
Di fatto, il fenomeno dell'anno si è rivelato un flop imbarazzante. Ne so più io di lei che a stento mi interesso di quello che faccio. In nemmeno un mese è riuscita a farsi detestare da chiunque compreso il capo, che non ha esitato a degradarla e ora viene considerata più o meno alla stregua di una pianta grassa da piazzare sulla scrivania.
I turni con devo condividere con lei ormai mi hanno frantumato le ossa del cranio, perché le craniate contro il muro sono continue e obbligatorie.
"Amica, hai notato le mie tette oggi??". A me lo chiede, che notoriamente sono la persona più disponibile a parlare di tette del circondario. A me che piuttosto che voltarmi per notare quanto il reggiseno del giorno abbia generosamente donato un paio taglie, mi infilerei la calcolatrice in gola.
E' piuttosto inutile che introduca con me il discorso moda e fisico da paura, dal momento che vado in ufficio puntualmente con felpa e scarpe da ginnastica per camuffare i rigogliosi rotoli che proliferano.
Penso di non tollerare più i suoi discorsi su quando è stata nominata capo supremo del mondo alberghiero a soli 22 anni, di come si è laureata a pieni voti conseguendo il titolo di "unica laureata al mondo in economia del turismo" (naturalmente senza studiare troppo, è tutto nel suo DNA) o di quanto in passato lei sia stata amata e idolatrata dalle sue sottoposte (tutte cose smentite dalle sue ex colleghe, che a quanto ho potuto capire, la volevano bruciare al rogo).
Per quanto io sia la prima a dichiarare che odio lavorare, non ho mai conosciuto nessuno che in 5 ore di lavoro riesce a concludere quello che normalmente si organizza nella pausa tra un turno e l'altro, al passaggio delle consegne. La sua voglia di lavorare è talmente impressionante, che qualche giorno fa si è presentata in ufficio con in mano una tartaruga, raccolta dalla strada appositamente per poter trascorrere un pomeriggio ad accudirla, anziché lavorare.
Il giorno dopo la vedo entrare con la faccia da morte imminente e mi dice "da quando ho toccato la tartaruga sto così male... mal di testa, febbre, mi sento gonfia." e io, distrattamente "credo che sia una reazione allergica molto grave... conoscevo uno che... beh, è un po' che non lo vedo". Cinque minuti dopo le era magicamente passato tutto.
In tutto questo, lei e l'altra collega a cui io devo far riferimento (ebbene sì, pure io sono stata degradata dalla nuova gestione, ma onestamente non me ne frega nulla... io ho come unico obiettivo nella vita arrivare a settembre senza essere internata) non fanno che accapigliarsi, insultarsi, tirarsi i capelli e lanciarsi anatemi usandomi come punto di sfoga, mentre l'ultima arrivata, saggiamente, a stento rivolge la parola al trio idiota che si è formato e che mi vede al centro a parare i colpi.
Tutto questo per dire che trascorrerò 120 ameni giorni alla sola compagnia di:
- una a cui devo guardare le tette e di cui devo svolgere il lavoro mentre lei gioca a Green Peace
- una che mi usa come secchio dentro cui vomitare l'odio che ha nei confronti dell'altra
- una che mi rivolge la parola solo per ribadirmi che trova la situazione ridicola, puerile e nauseante.
Mi strapperei la cellulite a morsi in questo momento, se non mi scocciasse sporcare la cucina.