Sgosh autunnale

Sgosh autunnale

martedì 20 settembre 2011

LO SCATAFASCIO

Sono un cesso. E mi sento pure pesantemente sfigata, ecco.

Ieri mattina, dopo l'ennesima emicrania devastante, mi sveglio con la consapevolezza che la mia stagione lavorativa è ormai conclusa. Apro gli occhi, anzi no, ne apro uno e mi accorgo che dall'altro non ci vedo una cippalippa. "Ma porc, mi sarà venuto un ictus, lo sapevo". Arranco fino al bagno e scorgo allo specchio il mio viso deturpato da una puntura di zanzara di dimensioni tali da non farmi aprire l'occhio sinistro. Ottimo, penso mentre cerco di non inciampare nel gatto.

Decisa a morire sul divano tutta la mattina, mi sovviene improvvisamente (dopo due ore, ma viste le mie funzioni cerebrali è sembrato un fulmine a ciel sereno) che deve venire il tecnico della Telecom a installare la linea telefonica. Che bello, dopo un anno e mezzo di chiavette che non prendono e io che giro come una rabdomante con il portatile in mano alla ricerca della fonte di vita (un segnale decente), finalmente qualcosa di buono in questo buco di mondo. Dopo aver ricevuto numerose rassicurazioni "Tranquilla, da me ci hanno messo pochissimo, un intervento e via" e "sono stati puntualissimi, ci è voluto davvero un attimo", il mio pessimismo è salito alle stelle e già da settimane ripetevo il mantra: "sicuramente qualcosa andrà male". Quando il tecnico ci ha comunicato che i fili del telefono non passano perché a quanto pare il tubo è ostruito da chissà quale schifezza cementosa, non mi sono neppure scomposta. Il CdM ha dichiarato di odiarmi e attualmente compie riti apotropaici ad ogni mio respiro in sua direzione.

Punizione divina: nottata febbricitante con lo stomaco che sembra un calzino rivoltato. Ma tutto sommato me lo merito, vedo il mio medico talmente tanto spesso che ormai posso tracciare un grafico del suo indice di gradimento settimanale. Oggi, tra l'altro, era gravemente in discesa e la cosa mi preoccupa. Sarà anche che a metà visita, dopo aver ricevuto l'ennesima telefonata delirante, era talmente esaurito che si è sfogato con me raccontandomi storie raccapricciante di gente che sente l'occhio fare "cric" ogni volta che si gira (e io per poco non mi sento mancare mentre lo dice) e di come in generale si pretenda da lui onniscienza e disponibilità 24 ore su 24. Ha ragione dottore, annuisco, mentre gli porgo il braccio per farmi misurare la pressione. Ormai pare deciso che proveranno a mettermi un holter pressorio. Il CdM sta già dando craniate contro il muro in vista del gran giorno e della gran notte che lo aspetta, con me che ogni mezz'ora bestemmio perché la macchina infernale mi stringe il braccio e sento la morte imminente che mi attanaglia. Perché io non sono ipocondriaca, no, e non mi lamento mai, assolutamente.

giovedì 15 settembre 2011

Questo caldo ha rotto le balle

Ore 5 del mattino. Il CdM, in ferie da qualche giorno dopo 3 mesi lavorati senza neppure un giorno libero, decide finalmente di raggiungere il letto. La Aus invece dorme già da diverse ore, ma si sveglia sententolo entrare.

"Amore, domani a che ora ti svegli?"
"Hmmmmm... non so... hmmmmm..."
"Mi sveglieresti alle nove?"
"Hmmm sì, ok... ronf"

Ore 9. La Aus, rimembrano la conversazione di qualche ora prima, si accinge a scuotere il CdM.

"Amore, sei sveglio?"
"Hmmmmm."
"Sono le nove!"
"Hmmmmm."
"Ma cosa devi fare stamattina?"
"Devo andare a prendere il gatto".

"... amore?? Quale gatto?"
"Ho sognato che mi chiedevi che cosa devo fare stamattina... e io ti ho risposto... hmmmm"
"Guarda che te l'ho appena chiesto cosa devi fare, non stavi sognando."
"Ah no?"
"No, di quale gatto stavi parlando?"
"Hmmm che cosa c'entra adesso il gatto!??!"


Bene, qui in casa Ellouin-Aus stiamo benissimo. Io domani torno al lavoro dopo 4 giorni liberi, avuti perché le mie condizioni di salute mi stanno facendo impazzire. Ieri sedevo davanti al laboratorio analisi di fianco ad una nonnina incazzosa di 80 anni: lamentava i miei stessi problemi e una serie di esami medici che ha dovuto subire, che sono gli stessi che toccheranno alla sottoscritta.
Già da ieri sera mi è partita l'ansia da "ommioddio, devo tornare al lavoro, non ce la faccio, sto malissimo". E naturalmente sono passata da "l'ictus sopraggiunge" a "mi sta per venire un infarto" senza nemmeno passare dal via. 

Alcune settimane fa qualcuno ha avuto la brillante idea di misurarmi la pressione al lavoro. Vediamo, chi è stato... ah già, la mia simpaticissima capa. Il suo misuratore da polso mi segnalava una pressione da ictus imminente, dopo di che ho cominciato a sentirmi in punto di morte e ho trascorso una serata da incubo. Mi sono ripresentata dal medico dichiarandomi già morta, ma poichè mi ha semplicemente chiesto di tenermi monitorata, da allora vivo con il bracciale del misura-pressione perennemente al braccio. E ogni volta che sale di un paio di unità sento già le mie coronarie sgretolarsi.

E nel frattempo deliro.

"Amore, sai che ti vedo ogni giorno più bello? Oddio, quindi mi sta calando la vista sempre di più. Ecco, lo sapevo, ho il glaucoma."

martedì 30 agosto 2011

TRAINSPOTTING


Se dovessi rinascere, vorrei essere questo gatto. Queste pose ritraggono la Lucilla nei suoi momenti di stress maggiore, quando la vita sembra schiacciarla con il peso delle sue responsabilità. Gli altri momenti della usa giornata, ovvero quelli in cui mi distrugge sistematicamente la casa, ho preferito non lasciarli alla testimonianza fotografica, sperando che la memoria si affievolisca e io possa dimenticare drammi inerrabili come lo sbrindellamento delle mie adorate tende. Il CdM ed io, comunque, stiamo godendo molto di questo felino. Quando la sera ci abbandoniamo stremati sul divano guardandoci l'ennesima puntata di "Er - Medici in prima linea" e altro non desideriamo che accarezzare un micino peloso ronfante, dobbiamo fare i conti con un gatto flatulento che corre come un pazzo aggrappandosi violemente alle nostre ciccette in vista e facendoci sentire meno soli.

L'estate dicono stia volgendo al termine, e voci di corridoio sussurrano che anche io sia alla frutta. Anzi, al caffè. Forse posso azzardare di essere persino all'ammazzacaffè, ma non vorrei sembrare troppo melodrammatica.
Di fatto, sono diventata una specie di Christiane F. ai tempo d'oro. Dopo essermi recata ancora una volta dal medico in preda alla disperazione e aver esordito con "Dottore mi aiuti, sono una donna distrutta", mi trovo a leggere le inverviste di Vasco Rossi e e pensare: "Dilettante!". Ho tutto quello che una persona che ha a che fare otto ore al giorno per sei giorni la settimana con gente assurda, si augurerebbe di non avere. Come io possa pensare di poter resistere fino a novembre (novembre?! ma rinchiudete questi albergatori assassini), non è contemplato, visto che la mia facoltà di pensiero si è volatilizzata nel mese di luglio, quando la spia "batteria scarica" si è palesata sulla mia fronte. Da allora ogni giorno è soltanto una lunghissima agonia intervallata dall'assunzione di pastiglie che non so ancora se servono a qualcosa.

"Signorina, può mandare qualcuno a uccidere quella maledetta zanzara che mi tormenta?"
"Io voglio arrivare prima dell'orario del check in signorina, quindi veda di convincere le donne delle pulizie a cacciare gli occupanti della stanza ad un'ora decente, che quando arrivo voglio riposarmi!"
"Senta, lei deve trovare una soluzione per questa camera, io e mio marito non possiamo dormire insieme, non siamo compatibili!"
"Non ho alcuna intenzione di pagare, né di partire, finchè non avrò parlato con la titolare, non mi importa se è già arrivato il cliente successivo... faccia come creda, ma io non muovo dalla stanza!"

Gente, ma sparatevi.

E non parliamo della mia titolare, in lacrime durante un litigio con i clienti e di fatto acida come l'Idraulico Liquido. Ormai la mando a cagare ogni 10 minuti in maniera più o meno palese, e questa ancora mi tedia con i racconti della sua irregolarità intestinale. Dopo una settimana in cui non abbiamo fatto altro che ringhiarci contro come cani rabbiosi, ho seriamente sperato che mi chiamasse in ufficio e mi dicesse: "Le cose non stanno andando bene, direi che non appena cala un po' di gente non ti rinnoviamo il contratto". Tanto ormai ci ho fatto il callo alla disoccupazione. Invece no, hanno visto che sono dannatamente capace di farmi pagare anche i conti più discussi senza battere ciglio, e poiché hanno dovuto comunicarmi che il mio contratto diverrà ancora più penoso a partire da metà settembre, improvvisamente la gentilezza si è impadronita di tutti quelli che sanno che presto, come si suol dire, mi defloreranno allegramente.

L'ottimismo mi pervade, è evidente.

martedì 9 agosto 2011

LA TRADIZIONE

Nelle coincidenze numeriche ho un fede incrollabile. E oggi è il famigerato nove agosto.

Per la prima volta dopo settimane, stamattina mi sono svegliata serena e relativamente riposata. Una sensazione dimenticata, una boccata d'aria in questa nera fuliggine, un raggio di sole dopo la tempesta. Considerato che credo di essere vittima di quello che comunemente chiamano "esaurimento nervoso" e sono depressa/nervosa/drogata, avrei dovuto immaginare che la sveglia fosse il preludio della tragedia.

Alle 6:58 il portiere già mi attende sulla soglia con l'aria nevrastenica che lo contraddistingue. Con il respiro spezzato dall'angoscia mi comunica che nella notte sono arrivate due persone in anticipo di un giorno, che lui è riuscito a sistemarli (incredibilmente, visto che in genere non è in grado di far fronte ad alcuna necessità che non sia la consegna delle chiavi) e che però c'è da sbrigare questo e quello, e già mi girano vorticosamente perché sono sulla porta e quest'altro furbo, arrivato senza prenotare, mi aspetta con l'aria impaziente di chi ha atteso una notte intera il mio arrivo e non può aspettare un secondo di più. Il portiere però, distrutto dall'ansia che l'ha tenuto sulla corda otto ore, ci tiene a farmi sapere che ieri sera la mia collega se ne è andata senza contare i soldi della cassa, e che mancano sette euro che lui non è riuscito a trovare da nessuna parte. Mentre questo per la centesima volta ripete che lui non perderebbe soldi per alcun motivo al mondo, l'altro mi ricorda che mi sta aspetatndo e vuole concludere. Sono le sette e dieci e sono già presa d'assalto.

Sistemo il cliente, tranquillizzo il portiere (che se non fosse stato calvo, dalla disperazione si sarebbe strappato tutti i capelli), e dopo mezz'ora comincio i miei lavori di routine. Nel tentativo di registrare i clienti arrivati nella notte, mi accorgo che ho inserito nel programma le date errate e di conseguenza mi si sono sballati tutti i conti di fine giornata e i numeri progressivi delle schedine dei clienti. Comincio a sistemare tutto e mi crasha il programma. Nel frattempo mi giungono i giornali e i camerieri cominciano a chiedermi il menu del giorno dopo. Mentre distribuisco i quotidiani, stampo i menu e riavvio bestemmiando il programma, dal primo-secondo-terzo-quarto-quinto piano cominciano a chiamare tutte le cameriere dei piani per sapere chi è partito. Il cliente della 39 vuole il conto. La 54 è arrivata in anticipo e vuole portarsi avanti con il check-in. La 33 non ha trovato parcheggio. Dopo tre ore mi accorgo che non ho terminato nessun lavoro, che il programma mi ha crashato di nuovo e che non ho nemmeno preso un caffè. La mia capa arriva e mi dice che i clienti che ho sistemato nella 42 e con cui ho già litigato due volte per telefono, andavano trattati con il massimo riguardo e che ho fatto malissimo a non dar loro un'altra camera, dimenticandosi completamente che a suo tempo fu lei stessa a rispondermi "se va bene la 42 bene, altrimenti possono stare a casa!". Alle undici mi dice "ciao Aus, io torno tardi, non so se ti do il cambio per andare a pranzo, devo andare dalla parrucchiera". Mentre bestemmio in cinese antico perché è mezzogiorno, ho fame e nessuno riesce più a parcheggiare le auto perché è tutto strapieno, arrivano i miei amici della 42 e dopo larghi sorrisi a dentature smaglianti, li sistemo alla 43 e li lascio tutti contenti per andare a mangiare, mentre la governante mi dà il cambio per 10 minuti. Torno e scopro che si è presa le chiavi del cliente promettendogli di spostare l'auto in caso di necessità, rincorro il cliente e gli dico che non non può lasciarmi le chiavi, che io non sono un parcheggiatore e che al limite può lasciarmi il suo numero di cellulare. Scorgiamo un posto nel parcheggio antistante e lui mi propone di spostarsi lì. Il titolare dell'albergo, vedendo la scena, mi riprende malamente perché secondo lui quel posto è troppo pericoloso e che se dovessero rigargli l'auto lui non vuole responsabilità. Nel frattempo la governante, mossa da pietà nei confronti di ques'uomo incapace di infilarsi nel parcheggio, gli propone di fargli strada nel parcheggio del residence. Lui esce velocemente dal parcheggio e mentre questa gli corre dietro, lui non centra clamorosamente il cancello e si distrugge una fiancata da solo. A quel punto il titolare se la prende di nuovo con me perché non avrei mai dovuto permettergli di entrare nel residence e il cliente se la prende con la governante perché non gli ha indicato le giuste manovre e lei se la prende con me di nuovo perché è caduta dalla bici per rispondere ad un telefonata che proveniva dall'albergo. A quel punto arriva sgomitando il cameriere che mi dice: "chi ha stampato questi menu, che sono tutti sbagliati??!".

Oggi tutto quello che poteva andar male lo ha fatto, il mio umore punta di nuovo verso il centro della terra e l'effimero stato di benessere delle 6.30 si è volatilizzato per almeno altri due mesi. Domani spero di svegliarmi a pezzi come al solito.

giovedì 7 luglio 2011

SEI ETTI DI GATTO

Così imparo a sostenere che al di fuori del lavoro non ho ho una vita. Il CdM martedì sera è tornato a casa con questa pallina di pelo pulciosa.

Sono tornata a casa alle 23,30 piuttosto scettica, poi l'ho presa in braccio. E ronfava. Ronfava e ronfava. Cercava la mamma e ronfava strusciandosi su di me finché non si è addormentata.

"Amore, non abbiamo niente da darle da mangiare e nulla di gattoso in casa."
"Lo so."
"E non so nemmeno se il padrone di casa accetta animali"
"Lo so"
"E non siamo mai a casa..."
"Lo so"
"Abbiamo un buco di casa"
"Lo so"
"E zero tempo per star dietro anche ad un gatto"
"Lo so"
"La adoro, è nostra vero??"

Lucilla ed io stiamo già litigando. La prima cosa che ha fatto ieri è stata urinare entusiasta sul tappeto, rivolgendomi uno sguardo fiero del tipo "sono proprio un gatto stupendo vero??". Poi ha cominciato ad appendersi modello Tarzan alle mie adorate tende. Ha già capito che non voglio assolutamente che salga sul divano (non è nostro, ma del padrone di casa, e temo per la mia incolumità fisica) e appena mi sente urlare "'cillaaaaaaaaaaaaa!" corre a nascondersi sotto qualche  mobile. Non sa assolutamente usare le unghie e cerca di scarnificarmi festosamente ogni volta che me la spupazzo (ho già pronto il guanto con cui d'ora in poi le farò le coccole, fregata!). Eh no, io sono una dura, io non sono adatta a tenere un animale, io sono un generale senza pietà che ha la pazienza di un grizzly rabbioso.

'cillaaaaaa, animaletto peloso puzzone, vieni qua che ti faccio un po' di coccole.  Dannazione, e adesso?

lunedì 4 luglio 2011

BUBUSETTETE!!

Stamattina mi sono svegliata pensando a come diavolo ho fatto a ritornare a fare questo lavoro. Poi mi sono ricordata: ah, già, il mio ex datore di lavoro demente non riusciva a pagarmi pertanto mi ha buttata fuori dalla ditta. Me e il mio CdM, per la precisione, tanto per assicurarci di non avere nulla con cui pagare l'affitto.

Definire l'ultima settimana trascorsa UN INFERNO è riduttivo. Il Festival del Cliente Stracciabudella è nel pieno della sua attività e bisogna ammettere che quest'anno i personaggi talentuosi mi sembrano un po' troppi per la mia pazienza morta e sepolta. Tutto ciò porta i capi supremi ad essere ancora più acidi e odiosi e il personale a prodursi in scenate isteriche.

Non ho ben capito chi ha avuto la trovata geniale di regalare un quotidiano a scelta ai clienti che soggiornano almeno una settimana, pertanto riverso il mio odio random a seconda di chi ho vicino. Ogni mattina vivo nell'incubo della distribuzione dei giornali, manco fossi un edicolante. Già dalle sette e mezza i clienti mi fanno la posta, tenendo d'occhio il momento in cui mi viene consegnato il plico di carta, che io, in aggiunta alle telefonate, ai conti da incassare, al servizio di barista, al servizio di reception e mentre sono letteralmente subissata da richieste di camerieri, donne ai piani e cuochi, ho il dovere di controllare, smistare e assegnare alle giuste camere. Il tutto è reso ancora più angosciante da mani che compaiono da ogni dove nel tentativo di afferrare quello che sto registrando, lamentele sul fatto che una simile lentezza nella distribuzione rende le notizie ormai vecchie e inutili e un continuo sbuffare di sottofondo perché la mia mole di lavoro impedisce loro di piazzarsi sul lettino di buon'ora con il loro bel quotidiano omaggio. Li detesto talmente tanto che spesso mi attardo nella distribuzione solo per osservarli friggere e piagnucolare.

Solo negli ultimi sei giorni mi sono trovata ad affrontare:
1) la cliente tedesca che sibila parole incomprensibili per farmi capire che il servizio di frigobar non la soddisfa e ogni volta che torna da me alza ancora di più il tono e sputacchia come una teiera impazzita le parole più umide del suo vocabolario
2) il cliente storico che mi chiama la mattina alle otto urlando che lui è finamente giunto a casa, ma che gli abbiamo fatto pagare un conto più alto e che si mangiava da schifo, tenendomi al telefono mezz'ora tra strepiti e vaneggiamenti quali "lei è pagata per non dirmi la verità" oppure "non mi venga a raccontare che il conto non l'ha incassato lei, perché lei mi sta rispondendo al telefono e io la ritengo responsabile di tutto l'albergo!".
3) il mio amico K, cognato del proprietario dell'albergo, che durante il suo unico turno notturno settimanale è riuscito a raccogliere dalla strada due tossicodipendenti usciti da poco di galera e a farli alloggiare in albergo senza documenti e senza nemmeno pagare l'intera quota, cosa che poi ho dovuto giustificare io considerato che alle sette questi mi sono scappati con una scusa e nessuno li ha più visti.
4) la signora che fa le camere del quinto piano, accusata di aver perso il suo passpartout, che si mette a urlare e imprecare in mezzo alla hall, davanti a clienti dagli occhi sgranati che non hanno gradito il siparietto comico
5) il nuovo maitre, ribattezzato come "l'uomo più inutile della storia", durato tre giorni in cui non ha fatto altro che ingozzarsi di cibo senza ritegno senza mai portare un piatto ai tavoli.

Io non posso credere che sia solo il 4 luglio e che mi manchino ancora tre mesi di lavoro matto e disperatissimo.

(dati sulla vita di Ausdauer al di fuori dal lavoro: non pervenuti)

lunedì 6 giugno 2011

VIVA MORTA E ANCHE X

Mioddio. Mi sono dimenticata come si fa a scrivere.

A b c d e non mi ricordo che altro. Il problema è che l'insonnia si è impossessata di me, e con essa tutti i disturbi ad essa correlati. Intere notti a contare pecore, mufloni, ovini, bovini, suini e modellini di salsiccia, sempre puntuale poi all'impietoso appuntamento con il mio lavoretto estivo con una faccia, ammettiamolo, sempre più inguardabile. Il mio medico mi ha prescritto melatonina ed erbe varie, di cui mi sono impasticcata abbondantemente fino a supplicare affinché non mi sopprimesse in qualche modo. Attualmente mi ha prescritto un ipnotico, e dopo aver letto il bugiardino ho perso i sensi. Dopo 24 ore di emicrania folle, numerose divinità invocate, l'ideazione malsana di almeno 27 modi per decapitarmi e terminare l'agonia e un numero vergognoso di pasticche prese, non mi pareva il caso di essere ricorverata nel reparto tossicomani.  Il giorno dopo però, in preda di nuovo all'insonnia e alla disperazione crescente, ho rosicchiato un quarto di pastiglia, immaginando che mi avrebbe stesa come un colpo ben assestato sulla nuca. E invece niente: caprini e agili felini mi passavano davanti a frotte, senza alcun risultato onirico soddisfacente. Se stasera non dormo apro il gas e respiro a fondo, vediamo cosa succede.

In albergo la disorganizzazione regna sovrana. La stagione si avvicina al clou e ancora siamo sprovvisti delle figure essenziali, come per esempio un capo sala che non sia uno psicotico fuggito da un qualche manicomio criminale come l'ultimo che avevano cercato di assumere. Ho avuto solo un paio di conversazioni illuminanti con questo tizio inquientante. Nella prima lo invitavo ad accomodarsi mentre aspettava l'arrivo della titolare, cosa che lui ha prontamente fatto, cominciando a ridere da solo a crepapelle in mezzo alla hall guardando il soffitto. Nella seconda cercavo di decifrare il suo foglio in cui mi aveva segnato gli extra di un tavolo.
"Di che tavolo sono questi extra?"
"Di quel tavolo in fondo a destra."
Sguardo allibito da parte mia. "Dovresti essere un po' più preciso, io non sono in sala"
"Sono un maschio, una femmina e due bambini"
"Ehm, è un po' vago... non hai segnato un numero di camera?"
"Non hanno una camera"
"Questo è un albergo, se sono in sala devono avere una camera."
"Sono ospiti."
"Ospiti di chi?"
"Non lo posso sapere"
"Dovresti chiederlo... comunque, ricominciamo."
"Sono un maschio, una femmina e due bambini"
Per fortuna di tutti, dopo averlo sorpreso a girare intorno all'albergo parlando da solo e ribaltandosi dalle risate, è stato rispedito da dove era venuto. Avanti il prossimo psicopatico.

Nel mio specifico reparto regna il caos più totale. La mia capa non vuole avvisarci dei turni in anticipo, in quanto ritiene che dobbiamo essere sempre pronte ad essere in servizio. Ha già preso la sua prima stangata sui denti quando una sera ha tentato di rintracciare la mia collega per comunicarLe che l'indomani, giorno in cui doveva essere libera, sarebbe dovuta essere invece al lavoro. La mia collega si è rifiutata di rispondere al telefono, così alle 21, mentre io ero ancora sommersa di lavoro e ne avrei avuto per almeno altre due, mi ha informata che la mattina dopo avrei riattaccato alle sette. La mia risata satanica con cui le comunicavo che non se parlava non le è piaciuta, e da allora si rifiuta di informarci persino sui nostri giorni liberi.

Le giornate trascorrono velocemente (a dispetto delle mie nottate). Uno dei camerieri ha il vizio di tirarmi per le guanciotte cicciotte ogni volta che gli passo davanti, la ragazza che usano come tappabuchi rischia di morire di asma ogni volta che ride, il cuoco l'altro giorno ha tentato di appendermi un salmone sfilettato alla reception a mo' di harbre magique. Ho visto più gente malata di mente in queste settimane che nei nove mesi di tirocinio al centro di salute mentale.

Non che a casa la follia sia minore. Il CdM attualmente si diletta con due lavori, pertanto la casa è abbandonata a se stessa e prevedo di doverla derattizzare in autunno. L'altro giorno il CdM mi ha comunicato che non aveva più calzini da indossare. "E quindi?" gli ho risposto chiedendomi se la lavatrice fosse emigrata per l'orrore di vivere con noi. "Quindi niente, ho usato un paio dei tuoi".

Non sono più padrona del mio tempo, della mia casa e nemmeno dei miei calzini. Che triste storia.

lunedì 9 maggio 2011

30 ANNI E SENTIRLI TUTTI

Come sia potuto accadere, ancora non lo so, fatto sta che persino io ho compiuto trent'anni.

Giornata interessante quella del mio compleanno. Dopo tre notti insonni passate a disperarmi per l'impossibilità di addormentarmi, arrivo in albergo alle sette del mattino che sembro Quasimodo, il gobbo di Notre Dame. Zoppico, perché alla seconda notte di insonnia mi sono alzata dal letto di scatto e, vinta da un nervoso indescrivibile, non ho calcolato bene la curva per raggiungere il bagno e ho sbattuto violentemente il piedino ignudo contro lo scalino di ferro. Inoltre sono tanto brutta da auto-spaventarmi ogni volta che incontro uno specchio, e un nuovo herpes si pavoneggia sotto il mio labbro.
Sciancata e distrutta, affronto la mattinata con coraggio e arrivo alle 15 pressoché morta, con l'unico obiettivo di sopravvivere fino alle 17 per potermi recare dal medico con metà della mia famiglia. Trascorrere il proprio compleanno nell'ambulatorio del medico è sicuramente il sogno di tutti. Dopo soltanto un'ora di attesa entro nell'ambulatorio con Mutti e Bruderino e confesso al medico che non riesco più a chiudere occhio. Lui ride e mi chiede il motivo. Cerco di mantenere una dignità mentre gli spiego che ho cambiato lavoro, lavoro su turni che non si confanno al mio orologio biologico e che per questo esso si è ribellato e mi costringe a lunghe notti di disperazione. Mi prescrive qualche pastiglia omeopatica e io esco valutando l'idea di cominciare ad usare un porta-pillole.

Giungo in farmacia e la commessa mi chiede "ha la tessera della farmacia?". Perplessa, le porgo con nonchalance la tessera sanitaria, ma lei mi spiega che la tessera della farmacia è una tessera di raccolta punti: ogni 150 euro di spesa, 10 euro sono regalati. Mi chiede se voglio farla anche io, dunque penso: "quale giorno migliore per fare la tessera della farmacia, se non il giorno del mio trentesimo compleanno?".

Che il declino abbia inizio. (La parte di declino che non è già cominciata, ovviamente)

venerdì 29 aprile 2011

ANNIVERSARIO IN CORSA

Mentre William e Kate festeggiano le nozze del secolo, io attendo il CdM per festeggiare il nostro quarto anniversario.
Questa settimana niente giorno libero e mi toccano ben nove pomeriggi di fila, con la conseguenza che il CdM va via al mattino che io ancora dormo e ci si rivede la sera alle 23,30, quando ormai abbiamo i palloncini al naso per l'imminente russare.

Tempo stimato per "festeggiare": un'ora.
Menu: 2 pizze prese al volo a due passi da casa.
Abbigliamento: io devo essere già vestita e pronta per il lavoro per poter scappare in albergo non appena terminato l'ultimo boccone, lui probabilmente indosserà ancora il giubbino per essere pronto a rifarsi 20 km per tornare al lavoro.
Clima: ha appena cominciato a piovere dopo una mattinata di sole splendente e fa pure un discreto freddo.

Ah, l'amour!

mercoledì 27 aprile 2011

GUESTBOOK

Il "libro degli ospiti" è appoggiato su un tavolino della hall, accanto ad un vaso di fiori e ad alcuni listini, non molto lontano dalla mia postazione.

Erano circa le 22 quando, finalmente, sono riuscita ad avvicinarmi con fare guardingo e ad aprirne le pagine. Sapevo che era stato scritto qualcosa, ma dubito che qualcuno l'avesse ancora letto.

Con finta nonchalance apro, sperando di non leggere "la nuova segretaria è veramente un'incompetente e ha pure l'herpes" e trovo il seguente commento non privo di pathos:

"I letti sono scomodi e la luce è troppo luce, per questo non sono riuscito a dormire e non mi viene la cacca."

Oh, che poesia! Quanta ispirazione! La scomodità di un giaciglio su cui non poter riposare, il dramma di un uomo il cui intestino si ribella al patimento subìto. E questa luce troppo luminosa che distrugge i normali ritmi dell'essere umano. Sono commossa.

martedì 26 aprile 2011

NATALE CON I TUOI, PASQUA CON I BUOI

La costa romagnola, nonostante il tempo inclemente, è stata invasa da mandrie di turisti che si riversano sulle strade dimentichi delle lezioni di guida e di qualsiasi norma della buona educazione.

In 24 ore (16 delle quali passate al lavoro) mi sono ritrovata l'albergo pieno di gente, gente che parte e arriva da tutte le parti, il gestionale che si ribella ad ogni mia operazione e la nuova stampante che fa i capricci. Inoltre ammetto di avere serie difficoltà con la parte che riguarda incassi, fatture, ricevute fiscali, conti anticipati e conti suddivisi. La gente arriva e ha mille promozioni diverse di cui usufruire, così faccio domande su domande per cercare di capire come muovermi e vengo accolta con lo stesso sguardo con cui si guarderebbe un cane che ha appena urinato sulle tue scarpe nuove. Ad ogni domanda legittima su prezzi, convenzioni, modalità di fatturazione, etc, la mia capa mi rivolge sguardi scandalizzati che non ammettono la mia ignoranza. In compenso ha voluto:
- che le spiegassi nei dettagli come avrei fatto nel caso avessi dovuto aggiungere un paio di porzioni ai totali del cuoco, chiedendomi esattamente il punto in cui avrei posato la penna per scrivere "+ 2" in corrispondenza del piatto richiesto;
- che le mostrassi come apro i raccoglitori, per verificare che io segua esattamente la prassi richiesta affinché non si rompano. Quindi apri il raccoglitore, sgancia la levetta per aprire gli anelli, sposta un foglio per volta e fai estrema attenzione a non rompere le preziosissime buste di plastica, chiaro?
- che le tenessi sotto costante controllo la matita verde, l'unica di cui dispongo nella mia micro-postazione e la cui eventuale perdita potrebbe gettare nella rovina l'intero albergo;
- che le facessi vedere un paio di volte come strappo la carta del POS, in quanto malauguramente un paio di volte mi si è incastrata durante la stampa e lei non ha sopportato il mio consumo scellerato della carta utilizzata per la ristampa della ricevuta.
Temo fortemente che nessuno vorrà mai spiegarmi in che modo vanno distribuiti i biglietti per i parchi di divertimento o come gestire una prenotazione attraverso i portali, ma sento che presto sarò seguita in bagno per controllare in che modo strappo la carta igienica e se ne faccio un uso abbastanza parsimonioso.

mercoledì 20 aprile 2011

HERPESDAUER

Ci era mancato assai l'anno scorso, primo anno dopo innumerevoli in cui la mia vita scorreva regolare e senza troppi sconvolgimenti orari e Ginetto aveva saltato il turno. Niente Ginetto per tutto il 2010, il clima non lo aggradava e io mi ero quasi preoccupata. Che fosse la fine di un'epoca?

Sono bastati 4 giorni di alternanza di turni 7-15 o 15-23 a sballare completamente il mio orologio biologico e a rendere favorevole un nuovo insediamento. 

Si sa, le ore che seguono le 21 non mi sono congeniali all'attività cerebrale, e trovarsi alle 23 sommersa di bolle e fatture e calcoli di far tornare prima che il sonno vinca la battaglia, non è una cosa sana per il mio fragile organismo. Aggiungiamoci pure la temperatura polare in cui sono costretta a lavorare, che la sera si aggrava in un turbinio di spifferi da far battere i denti e che i miei poveri piedi, martoriati nelle decolletè a cui  non sono abituati, malsopportano gridando vendetta e avremo il perché ieri mattina, mio primo giorno libero, mi sono svegliata con il Ginetto più robusto e vigoroso della mia storia.

Il mio primo stipendio sarà interamente devoluto all'acquisto di una quantità industriali di Herpes Patch Compeed, dal momento che costano un occhio della testa e che non me ne bastano tre insieme per coprire lo scempio sul mio volto. Senza contare che soffro enormemente il momento acuto di massima purulenza.

Il primo che oggi mi dice qualcosa in proposito riceverà in omaggio la maledizione dell'herpes imperituro, e non solo labialis.

martedì 19 aprile 2011

TOGLIETEMI TUTTO, MA NON LA COLAZIONE

Ho qualche difficoltà con i pasti da consumare in albergo. Li evitavo dalla lontana stagione del 2000, anno in cui il cuoco mi propinò tutta una serie di piatti preparati con alimenti scaduti e mi condannò alla gastroenterite per un'estate (unico anno della mia vita in cui il mio peso scese drasticamente, certo, ma anche il livello di tolleranza del mio stomaco).

Quest'anno non posso esimermi, otto ore di lavoro in orario continuato non mi permettono di sopravvivere senza assumere qualche sostanza nutritiva, pena la sospensione di ogni sinapsi e conseguente disastro lavorativo. Dunque quando il cuoco comunica che "il pranzo è servito" mi reco mestamente in sala e cerco di scegliere le cose che potrebbero essere meno pericolose (ad eccezione di ieri che ho ceduto sulla frittata alle zucchine, grazie al cielo sono ancora viva).

Le mie abitudini alimentari sembrano non essere condivise dal resto del mondo.

Quando mi chiedono di fare colazione verso le nove rispondo sempre, nello stupore generale, che io la colazione l'ho già consumata a casa e anche abbondantemente. Non mi capacito di come possano pretendere che io resista fino alle 9 (o fino a quando qualcuno si ricorda che sono lì), se sono arrivata al lavoro alle 7. Io quando mi sveglio la mattina ho una fame che mangerei un bue. No, a dire la verità, mangio proprio il corrispondente di un bue. Qualche settimana fa ero dalla Libby e con vergogna ha ammesso che lei e Dr J consumano un vasetto di marmellata in un paio di settimane. Vedendo che non comprendevo il problema mi ha confessato che loro assumono ben 3 fette biscottate a colazione, cosa che loro considerano eccessiva. Ebbene, io con tre fette biscottate posso campare sì e no mezz'ora, poi comincio già a sentire la debolezza che mi pervade e un senso di morte imminente. Anche se sono le sei del mattino io mi alzo, mi siedo a tavola e comincio a ingurgitare senza ritegno tutto quello che trovo: fette biscottate, pan brioschè, torta, colomba o panettone, biscotti, dolciumi vari ed eventuali, e non sempre uno alla volta.

In compenso, rispetto ai tempi che furono, le quantità che riesco ad assumere a pranzo sono drasticamente diminuite, anche se non riesco a rinunciare alla pasta e credo che con una semplice insalata alle tre del pomeriggio sarei di nuovo in preda al senso di morte imminente (per ora preferisco non provare).

In compenso la cena per me non ha grande valore. Per anni ho trascorso l'estate saltandola del tutto, o nutrendomi di insalatine o frutta, quindi quando arrivo in sala e noto che è già terminato tutto (sono sempre l'ultima ad andare a mangiare), non mi faccio grandi problemi e mangiucchio ciò che è rimasto senza troppa autocommiserazione. Salvo poi svegliarmi al mattino e avere una fame da lupi.

Per la cronaca, dopo la fettina di tacchino alla griglia scondita e fredda di ieri sera, stamattina mi sono mangiata un quintale di colomba. Sbav.

lunedì 18 aprile 2011

PRIMA SETTIMANA

PRO
Sono di nuovo una donna occupata che può lamentarsi della vita che conduce senza sentirsi inferiore alle amiche che lavorano.
CONTRO
Considerato che già vogliono togliermi l'unico giorno libero settimanale concordato, direi che sono anche troppo occupata.

PRO
Il fascino della reception colpisce ancora ed è tutta una profusione di "Ma che bella segretaria!". Pare scientificamente provato che una qualsiasi donna dietro ad un bureau diventi bellissima agli occhi di un cliente, ma fa comunque piacere cominciare una conversazione con queste premesse.
CONTRO
Staccare alle 23 per riattaccare alle 7 non mi lascia nemmeno il tempo per mettere il pigiama, dunque il mio orologio biologico, delicatissimo e bisognoso di estrema regolarità, si sta già sballando e le mie occhiaie deturpano sempre più il suddetto fascino.

PRO
Finalmente svolgo un lavoro che adoro e finalmente ho trovato un luogo dove potrò imparare tutto quello che mi era stato precluso nei 10 anni precedenti.
CONTRO
Le responsabilità sono talmente tante che in otto ore quotidiane (orario continuato) non ho un secondo per tirare il fiato e lasciare l'ansia da parte.

PRO
La mia capa conosce la lingua italiana.
CONTRO
Peccato che sia anche "lievemente" squilibrata. Se un secondo prima ti sta sorridendo e amabilmente accarezzanto il crapino rassicurandoti che ti seguirà per il tempo necessario per sentirti sicura, il secondo successivo le scende il canino e con un'acidità spaventosa ti intima di svolgere lo stesso lavoro in autonomia, perchè lei non ce la fa più.

PRO
I clienti tedeschi conversano amabilmente con me e fingono persino di capire quello che dico.
CONTRO
Gli italiani non capiscono davvero quello che dico.

PRO
Intrattenere i clienti, sorridere, fingere di essere padrona della situazione e il punto di riferimento, muoversi tra i piani e in sala per controllare che sia tutto regolare, avere costantemente a che fare con la gente e le sue particolarità.
CONTRO
Non riuscire a scollarsi clienti molesti che vogliono fare una questione per qualsiasi cosa, gente che urla e si agita, gente che capisce che non sei affatto padrona della situazione e che sei ancora l'ultima ruota del carro, avere il fiatone ogni volta che fai le scale e avere costantemente a che fare con gente psicopatica che sfoga su di te le sue frustrazioni.

Pregate tutti affinché io riesca a prendere il ritmo, perché sono già un cadavere.

giovedì 14 aprile 2011

ROTTURA ANTICIPATA

Non ho ancora iniziato e mi sono già stracciata la budella.

Ottima idea il corso (anche se inutile), ma in fondo è giusto che io abbia almeno un'idea di ciò che andrò ad usare.

Mi sta bene anche passare la domenica pomeriggio in albergo per un'ulteriore infarinatura.

Comincia a scocciarmi un po' se devo farmi un pomeriggio di lavoro,gratuito, solo perché devo conoscere la mia collega e farmi spiegare altre due cosette (il fatto che poi lei mi abbia lasciato girare per 5 piani di albergo per fare il suo lavoro è un dettaglio irrilevante).

Sabato avrei dovuto cominciare, a mezzogiorno di oggi mi chiama la capa BauBauMicioMicio e mi dice"sarebbe meglio che tu venissi oggi pomeriggio a sbrigartela con qualche arrivo e con altre cosucce, perché sai, domani mattina attacchi alle sette e non vorrei che tu avessi paura a restare sola.".

Deve avere proprio la faccia da fessa se riescono persino a stupirsi del fatto che io abbia già un impegno con il tecnico della caldaia e non corra immediatamente da loro a lavorare altre ore gratis. Lasciarmi qualche giorno in affiancamento, come fanno tutti, probabilmente a loro sarebbe costato troppo.

Stasera devo trovare il modo di filarmela e farmi sfruttare il meno possibile, visto quello che mi aspetta domani. E poi sinceramente penso, se non hanno paura loro a lasciarmi in mano un albergo intero senza avermi fatto fare nemmeno una giornata di prova, che paura devo avere io? Faccia da cucciolo innocente mode: on.

lunedì 11 aprile 2011

LA CHIAMATA AL FRONTE

Ok, ci siamo. Dopo quasi quattro mesi di disoccupazione, è giunto il momento di ricominciare. Diciamo pure che con i ritmi che mi aspettano per i prossimi sei mesi avrò scontato pienamente la mia pena, ma di buono c'è che probabilmente il blog riprenderà vita grazie all'assurdità che contraddistingue la vita in un albergo (questo perché fuori da esso non avrò granché vita, ma dettagli).

Ho avuto modo di conoscere la mia capa durante una giornata che abbiamo dedicato ad un corso sul gestionale dell'albergo. Avendo lei interesse soltanto per gli aggiornamenti del programma, mi ha fatto saltare completamente la parte riguardante le basi, quindi sono uscita di lì senza sapere nemmeno come si accede al programma. In compenso ho scoperto informazioni interessanti riguardanti le sue funzioni intestinali, argomento che abbiamo sviscerato entrambe con passione durante la pausa pranzo.

C'è da dire che se non la smette di accarezzarmi la testa come se fossi un labrador, potrebbe sorgere qualche problema tra di noi. Quando ci siamo salutate dopo il corso mi ha pure stampato un bacione grande grande, mentre io tentavo di defilarmi in anonimato e discrezione.

Ieri mi ha chiamata a rapporto per una rapida carrellata sulle funzioni del programma che tanto temo. Un intenso pomeriggio di nozioni che la mia mente ha cancellato nell'istante in cui, salutandomi, mi ha rivolto la frase "Poi ti spiegherò anche la questione ascensore, perché abbiamo un piccolo problema... si ferma ogni due per tre con le persone all'interno, ma l'anno scorso abbiamo trovato una procedura che una volta ha funzionato!".

Come se non avessi avuto abbastanza problemi con gli ascensori quest'anno, dannazione.

giovedì 7 aprile 2011

ONIRICAMENTE AUS

Stanotte ho avuto un incubo.

Mi guardavo allo specchio e tra i capelli mi spuntavano un sacco di foglioline di basilico. Cercavo di nasconderle spostando qua e là i capelli, ma lo stesso erano visibili ciuffi verdi tra le ciocche. A quel punto prendevo i ciuffi verdi tra le dita e cominciavo a sradicarle con rabbia mista a disperazione. Una di queste piantine aveva una radice lunghissima e mi domandavo in preda al panico "non mi starò strappando anche pezzi di cervello?".

Mi sono svegliata di colpo terrorizzata.

Qualcosa mi dice che il giardinaggio non stia giovando alla mia salute mentale.

martedì 5 aprile 2011

BOLDO, AMORE E FANTASIA

Poteva essere una tragedia, visto il connubio di sfighe, ma l'incontro si è consumato senza drammi eccessivi, ad esclusione di una testata colossale avvenuta nel tentativo di scattare una foto in corsa.

Il CdM ed io siamo giunti, con il solo ausilio del nostro senso dell'orientamento (non è vero, ma se qualcuno ci crede mi fa felice) presso la dimora della celeberrima Libby e dell'ormai idolo delle blogger Dr J. Siamo stati accolti in un clima amorevole e sbaciucchioso (baci bavosi Vs Ausdauer: 1-0) e ci siamo accomodati senza tanti preamboli inutili. Sbavando all'idea del pranzo promesso a base di carne argentina, ci siamo accomodati in attesa del momento fatidico. Convinti i due uomini a smammare dal salotto in cerca di pane (ricerca che ha richiesto un'ora buona, come avevamo preventivato), il demone dello spettegolamento selvaggio si è impossessato di noi e il materiale accumulato per mesi è stato sviscerato senza esitazione condito da tutta una serie di lamenti tipo "in questa stagione il mal di pancia mi opprime" e "oh non dirlo a me, in aggiunta poi a questo acciacco nuovo", degni del Festival Geriatrico più vivace.

Dopo il lauto pasto a base di ciccia varia (di cui ho potuto godere soltanto in parte a causa del mio precario stato di salute e ancora me ne dispero), verdure e tiramisù leggendario della Libby (acquoso o no, ce lo siamo scrofanati alla grande), abbiamo saggiamente deciso di rotolare un po' in giro per quella regione a noi sconosciuta, godendo di un po' di sano movimento e di flora e fauna locale.

Di ritorno a casa Libby-Dr J l'anziano che c'è in noi ha preso il sopravvento e abbiamo cenato tutti insieme con una bella tisana argentina al boldo, le cui proprietà miracolose sono state decantate a lungo da Dr J, mentre io lamentavo ancora una serie di disturbi per i quali prevedevo il mio decesso imminente.

Un saluto affettuoso e commosso con la promessa di rivederci relativamente presto e poi di nuovo verso l'Emilia Romagna, sorridenti e soddisfatti.

Una volta giunti a destinazione, mentre le visioni di un letto avvolgente ormai annebbiavano le nostre menti, mi sono accorta dell'avvenuto miracolo. Partita al mattino in condizioni gastro-intestinali avvilenti, dopo la tisana al boldo ero di nuovo una donna in grado di camminare senza avvertire ogni singolo lamento del proprio colon. Sarà stato il boldo oppure la compagnia azzeccata?

Qui andranno fatti altri esperimenti scientifici per approfondire la questione.

giovedì 31 marzo 2011

SADICA E SPREGEVOLE

Sosta alla pompa di benzina, il CdM parcheggia l'auto, obiettivamente in maniera abbastanza ignobile. Ausdauer rimane in auto ad osservare il suo estratto conto.

Ad un certo punto Ausdauer si accorge che davanti a lei sosta un'auto con dentro una ragazza che la fulmina con lo sguardo. Per un attimo sostiene fieramente lo sguardo, poi capisce che la ragazza le sta intimando di spostare la Fiesta affinché lei possa passare e raggiungere la pompa di benzina dietro. Ausdauer fa un profondo respiro e si rimette a studiare l'estratto conto. Rialza lo sguardo e la ragazza è ancora lì, la osserva piena di odio. Ausdauer si guarda intorno: basterebbe fare retro e raggiungere le pompe di benzina adiacenti. Con disinteresse ritorna al suo estratto conto.

Trascorre qualche minuto e Ausdauer si accorge che la ragazza, sempre più imbestialita, è ancora lì che gesticola e impreca. Il CdM non torna, Ausdauer finge indifferenza e si mette a studiare il cruscotto, finché la sagace ragazza non innesta la retro, sfanculando a dovere la nostra perfida eroina, che però non batte ciglio e si rilegge ancora una volta l'estratto conto.

Dalla pompa di fianco giungono improperi vari, finché dal finestrino aperto non entra una voce acidula farcita di cattiveria "Spostare la macchina no, vero?".
Ausdauer non si volta neppure e finge una concentrazione soprannaturale. Quando finalmente il CdM ritorna, con le chiavi dell'auto, Ausdauer si abbandona ad una risata satanica.

Ma qualcuno vuole davvero discutere con Ausdauer? Non farete mica sul serio. Non dopo che finalmente si è vista accreditare ben due stipendi dell'anno scorso, a cui ormai aveva intimamente dato un addio farcito di lacrime. Non scherziamo, per favore, trovatevi altro da fare, non ha tempo da perdere con le paturnie altrui, specialmente ora che sta pregando che giunga l'ultimo accredito per chiudere il capitolo ascensori.

martedì 22 marzo 2011

PROMEMORIA - CARA LA MIA SOTTOSCRITTA, RICORDA!

N. 27

Preparare la borsa da viaggio seguendo la lista personale del CdM non è saggio, poiché, per ovvi motivi, non è contemplato alcun uso di spazzole per capelli o di assorbenti. Il CdM è un uomo, ricorda!

N. 28

Tornare alle due e mezzo del mattino alla tua età, dopo che per mesi le tue serate si sono concluse alle 23 con una tisana bollente, potrebbe causarti qualche scompenso. Nello specifico, uscire senza il CdM e dover poi attraversare in piena notte a piedi metà della tua via dopo aver parcheggiato, a pochi metri da un luogo dove poco tempo fa hanno aggredito una ragazza e dove non circola anima viva, può causarti un principio di infarto. Corri sottoscritta, corri!!

N. 29

Tre sere consecutive di pizza vanificheranno ogni tuo sforzo di seguire un'alimentazione sana e corretta, se poi ci aggiungiamo un festeggiamento di tre giorni per il compleanno del CdM allora puoi abbracciare affettuosamente i tuoi rotoli, perché essi staranno sempre con te. Teneri loro!