Sgosh autunnale

Sgosh autunnale

giovedì 7 luglio 2011

SEI ETTI DI GATTO

Così imparo a sostenere che al di fuori del lavoro non ho ho una vita. Il CdM martedì sera è tornato a casa con questa pallina di pelo pulciosa.

Sono tornata a casa alle 23,30 piuttosto scettica, poi l'ho presa in braccio. E ronfava. Ronfava e ronfava. Cercava la mamma e ronfava strusciandosi su di me finché non si è addormentata.

"Amore, non abbiamo niente da darle da mangiare e nulla di gattoso in casa."
"Lo so."
"E non so nemmeno se il padrone di casa accetta animali"
"Lo so"
"E non siamo mai a casa..."
"Lo so"
"Abbiamo un buco di casa"
"Lo so"
"E zero tempo per star dietro anche ad un gatto"
"Lo so"
"La adoro, è nostra vero??"

Lucilla ed io stiamo già litigando. La prima cosa che ha fatto ieri è stata urinare entusiasta sul tappeto, rivolgendomi uno sguardo fiero del tipo "sono proprio un gatto stupendo vero??". Poi ha cominciato ad appendersi modello Tarzan alle mie adorate tende. Ha già capito che non voglio assolutamente che salga sul divano (non è nostro, ma del padrone di casa, e temo per la mia incolumità fisica) e appena mi sente urlare "'cillaaaaaaaaaaaaa!" corre a nascondersi sotto qualche  mobile. Non sa assolutamente usare le unghie e cerca di scarnificarmi festosamente ogni volta che me la spupazzo (ho già pronto il guanto con cui d'ora in poi le farò le coccole, fregata!). Eh no, io sono una dura, io non sono adatta a tenere un animale, io sono un generale senza pietà che ha la pazienza di un grizzly rabbioso.

'cillaaaaaa, animaletto peloso puzzone, vieni qua che ti faccio un po' di coccole.  Dannazione, e adesso?

lunedì 4 luglio 2011

BUBUSETTETE!!

Stamattina mi sono svegliata pensando a come diavolo ho fatto a ritornare a fare questo lavoro. Poi mi sono ricordata: ah, già, il mio ex datore di lavoro demente non riusciva a pagarmi pertanto mi ha buttata fuori dalla ditta. Me e il mio CdM, per la precisione, tanto per assicurarci di non avere nulla con cui pagare l'affitto.

Definire l'ultima settimana trascorsa UN INFERNO è riduttivo. Il Festival del Cliente Stracciabudella è nel pieno della sua attività e bisogna ammettere che quest'anno i personaggi talentuosi mi sembrano un po' troppi per la mia pazienza morta e sepolta. Tutto ciò porta i capi supremi ad essere ancora più acidi e odiosi e il personale a prodursi in scenate isteriche.

Non ho ben capito chi ha avuto la trovata geniale di regalare un quotidiano a scelta ai clienti che soggiornano almeno una settimana, pertanto riverso il mio odio random a seconda di chi ho vicino. Ogni mattina vivo nell'incubo della distribuzione dei giornali, manco fossi un edicolante. Già dalle sette e mezza i clienti mi fanno la posta, tenendo d'occhio il momento in cui mi viene consegnato il plico di carta, che io, in aggiunta alle telefonate, ai conti da incassare, al servizio di barista, al servizio di reception e mentre sono letteralmente subissata da richieste di camerieri, donne ai piani e cuochi, ho il dovere di controllare, smistare e assegnare alle giuste camere. Il tutto è reso ancora più angosciante da mani che compaiono da ogni dove nel tentativo di afferrare quello che sto registrando, lamentele sul fatto che una simile lentezza nella distribuzione rende le notizie ormai vecchie e inutili e un continuo sbuffare di sottofondo perché la mia mole di lavoro impedisce loro di piazzarsi sul lettino di buon'ora con il loro bel quotidiano omaggio. Li detesto talmente tanto che spesso mi attardo nella distribuzione solo per osservarli friggere e piagnucolare.

Solo negli ultimi sei giorni mi sono trovata ad affrontare:
1) la cliente tedesca che sibila parole incomprensibili per farmi capire che il servizio di frigobar non la soddisfa e ogni volta che torna da me alza ancora di più il tono e sputacchia come una teiera impazzita le parole più umide del suo vocabolario
2) il cliente storico che mi chiama la mattina alle otto urlando che lui è finamente giunto a casa, ma che gli abbiamo fatto pagare un conto più alto e che si mangiava da schifo, tenendomi al telefono mezz'ora tra strepiti e vaneggiamenti quali "lei è pagata per non dirmi la verità" oppure "non mi venga a raccontare che il conto non l'ha incassato lei, perché lei mi sta rispondendo al telefono e io la ritengo responsabile di tutto l'albergo!".
3) il mio amico K, cognato del proprietario dell'albergo, che durante il suo unico turno notturno settimanale è riuscito a raccogliere dalla strada due tossicodipendenti usciti da poco di galera e a farli alloggiare in albergo senza documenti e senza nemmeno pagare l'intera quota, cosa che poi ho dovuto giustificare io considerato che alle sette questi mi sono scappati con una scusa e nessuno li ha più visti.
4) la signora che fa le camere del quinto piano, accusata di aver perso il suo passpartout, che si mette a urlare e imprecare in mezzo alla hall, davanti a clienti dagli occhi sgranati che non hanno gradito il siparietto comico
5) il nuovo maitre, ribattezzato come "l'uomo più inutile della storia", durato tre giorni in cui non ha fatto altro che ingozzarsi di cibo senza ritegno senza mai portare un piatto ai tavoli.

Io non posso credere che sia solo il 4 luglio e che mi manchino ancora tre mesi di lavoro matto e disperatissimo.

(dati sulla vita di Ausdauer al di fuori dal lavoro: non pervenuti)