Sgosh autunnale

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lunedì 13 febbraio 2012

Qualcuno ha venduto la mia anima al Dio Sfiga

E' così, non c'è altra spiegazione.

La mia connessione rifiuta di aprire blogspot da mesi ormai, e non se ne conosce il motivo. E poiché dal lavoro mi è impossibile persino pensare di poter usufruire della toilette, direi che sono tagliata fuori. L'umanità privata della mia collezione di vaniloqui: momento di struggimento collettivo, lo so.

Che dire, a novembre ho lavorato. A dicembre ho lavorato. Per tutte le santissime feste ho lavorato. Il giorno di Natale, invece di divorare il mio solito quintale di cibo, ho persino coperto una collega che è andata a infrattarsi con l'amante in una delle segrete del castello (chiamarlo albergo è riduttivo). Pareva dovessi vivere lì per sempre, poi invece a 10 giorni dalla scadenza del mio contratto, carramba che sorpresa, scopro di essere stata mandata in ferie. I colleghi cominciano a mormorare. Il mio ultimo giorno lavorativo tutti mi chiedono il numero di telefono, che non si sa mai. La mia responsabile fa la vaga e mi dice che forse è meglio che mi rivolta alla direzione per avere delucidazioni sul mio futuro. Tutti dicono: "è la prima volta che succede una cosa del genere". E il mio diventa un caso, perché per la prima volta pare si siano trovati di fronte ad una persona che si è rifiutata di uscire dal lavoro alle due per tornare alle sette e trenta e che non ha mai usato otto metri di lingua viscida per ingraziarsi qualcuno dei piani alti. In sostanza, sono molto indecisi se tenere o meno una persona che fa il suo lavoro cercando di mantenere un minimo di dignità (ma gli orari assurdi me li faccio pure io, non sono esente) oppure tenere l'altra collega che è lì da due anni, ma è detestata dalla nostra responsabile.

Decido di prendere atto e trascorrere le mie ferie serenamente. Infatti:

- dopo due giorni porto a sterilizzare la Lucilla, che per effetto dell'anestesia passa 24 ore di follia totale a saltare come un'indemoniata  OVUNQUE e altre 24 di catalessi totale, portandomi a trascorrere giorno e notte con la paranoia di trovare brandelli di gatto sparsi per la casa;
- vengono in visita i miei suoceri e come per magia mi trovo con 38 e mezzo di febbre
- mentre cerco di non perire per la febbre, un piacevole virus intestinale si impossessa delle mie budella, regalandomi giorni felici a tu per tu con la tazza del water;
- non faccio in tempo a riprendermi e ad agognare un po' di vita al di fuori della tratta letto-divano-bagno, che comincia a nevicare, fiocchi grandi come il mio gatto, che mi portano ad uscire di casa al solo scopo di spalare la tonnellata di neve che ci blocca ogni via di uscita (il vialetto indipendente e l'ingresso esterno al primo piano dopo due rampe di scale che avevo tanto osannato, non rientrano più nella top ten delle cose che amo)
- dopo una settimana di nevicate incessanti e reclusione in casa, riesco a disseppellire la Sacra Auto con l'aiuto di un vicino, ma faccio giusto in tempo ad arrivare dalla Mutti che ricomincia a nevicare;
- trascorrono due giorni semi-felici quando mi arriva la comunicazione del rientro al lavoro imminente, così mentre mi beo all'idea di trascorrere l'ultimo weekend a casa con il mio amoruccio tesoroso (il prossimo sarà a NOVEMBRE), al CdM arriva la telefonata che gli comunica la morte della nonna pugliese ( :-( ), dunque parte e trascorre il weekend a 600 km di distanza per assistere al funerale
- poiché la Mutti insiste per non farmi trascorrere questi giorni da sola isolata in questo posto dimenticato da Dio e sepolto dalla neve, gatto in spalla mi trasferisco una notte da lei, salvo tornare sui miei passi il giorno dopo con un gatto isterico e una notte d'inferno alle spalle. Decisione talmente apprezzata dalla genitrice, che per due giorni non ha fatto che ripetermi di non fare le scale, convinta che sarei precipitata malamente sul ghiaccio defungendo in solitudine tra i lupi.

Ebbene, dopo queste tre riposantissime settimane di ferie, oggi si rientra al lavoro dopo una notte infernale passata a smoccolare per un dolore terrificante al collo e alla spalla. Mi muovo gemendo e ho occhiaie da paura. Davvero una fortuna che le prossime ferie saranno a novembre.