Sgosh autunnale

Sgosh autunnale

martedì 28 maggio 2013

Non sono pazza!! (- 110 giorni)

Parte la musichetta di The Sims 2 e il mio cellulare vibra. Sto già porcando pesantemente, è il giorno di apertura dell'hotel, mi devo sparare chiusura/apertura come battesimo di fuoco (ovvero fine turno ore 23, inizio nuovo turno ore 7,30), sono tesa come una corda di violino e sto sbattendo lardelli a destra e a manca nel tentativo di scaricare la tensione. Convinta che sia per la 437829478329578429milionesima volta la mia Collega1 che mi telefona, rispondo quasi ruttando:

"Pronto!"
"Parlo con Ausdauer?"
"Sì" (o almeno con ciò che ne resta)
"Sono C. dell'assicurazione, ti chiamo a proposito dell'incidente del 21 maggio"
"Ho avuto un incidente?"
"Sì, abbiamo avuto il tuo numero di targa in merito ad un sinistro..."
Oh Cristo, santissimi salami prosciuttati, lo sapevo. Lo sapevo! Non sono più in grado di intendere e di volere... ho avuto un incidente, forse ho stirato qualcuno sull'asfalto e nemmeno me ne sono accorta. Perdonatemi, perché non sapevo quel che facevo... Aiuto aiuto aiuto, sono una povera mente malata priva di controllo sulle sue azioni.
"Un sinistro che ho causato io??"
"Abbiamo pochissime informazioni in merito, ma risulta che tu abbia urtato una moto"
"Santa Madonna!" e neuroni imbizzarriti disegnano scenari in cui la mia Sacra Auto sfreccia per la Ridente Cittadina seminando morte e distruzione.
"Hai avuto un incidente il 21 maggio?" mi chiede perplessa l'assicuratrice.
"Non che io sapppia... me lo dovrei ricordare... posso sapere dove è successo?"
"Come ti dicevo, abbiamo poche informazioni. Il tal R.M. ha segnalato il tuo numero di targa e c'è la questione della privacy..."
"Beh, capisco, ma se questo tizio sostiene che sono coinvolta nei suoi fatti, magari dovrei sapere dove e come sono entrata nella sua esistenza..."
"Dunque, vediamo... il sinistro è avvenuto a Bari!"
"Ok, mi sento di escluderlo!!"

Mio caro R.M., grazie per avermi fatto dubitare della mia salute mentale, cosa che peraltro metto in dubbio già quotidianamente anche senza il tuo aiuto. 

Non sono pazza!! Non sono pazza!!!

lunedì 20 maggio 2013

Le risposte che vorrei poter scrivere (- 118 giorni)

Quando inizio il turno e comincio a leggere le email del giorno di solito mi viene la morte.

"Buongiorno,
siamo 2 adulti e 4 bambini, ci servirebbe una camera ampia, magari due comunicanti, dal 10 agosto al 17 agosto. Chiediamo la Vostra migliore offerta, perché come vedete siamo una famiglia numerosa e ci sta la crisi e altrimenti non possiamo fare le vacanze quest'anno"
Gentilissima Famiglia,
comprendiamo benissimo che ci sta la crisi, pertanto ci permettiamo di suggerire le seguenti soluzioni:
- chiedere una camere unica anziché due, dal momento che come sanno anche i rospi, due costano di più
- organizzare le ferie in un periodo che non sia quello centrale di altissima stagione
- un uso oculato degli anticoncezionali
- stare a casa propria se non ci sono i fondi per pagare le vacanze.
Sperando di esserVi stati utili, porgiamo cordiali saluti.

"Grazie del Vostro preventivo. Intendiamo confermare la camera come Vs preventivo, ma Vi chiediamo di scontarci € 50,00 sul totale in quanto per Voi non sono niente, ma con quei soldi noi ci paghiamo l'autostrada per venire da Voi."
Gentilissima Famiglia,
siamo a ringraziarVi per la Vostra conferma. 
Cogliamo l'occasione per suggerire di rimanere a casa Vostra se vi mancano € 50,00 per pagare l'autostrada, perché nessuno Vi costringe a trascorrere le Vostre vacanze a 800 km.

"Chiediamo un preventivo."
Gentilissima Famiglia,
anche noi ci permettiamo di chiedere qualcosa:
- chi siete?
- cosa volete?
- quando lo volete?
- è troppo difficile rivolgersi ad una struttura dove lavorano persone in carne ed ossa senza utilizzare la modalità di richiesta che di solito schifa anche la graffetta di Word?
In attesa di una Vostra gentile risposta, ci auguriamo che preferiate rimanere a casa.

"Ho due bambine di 2 e 4 anni e volevo sapere quando verrà riempita la vostra piscina, perché non vorrei che l'acqua fosse troppo fredda"
Gentilissima Famiglia,
non sappiamo quando arriverete, ma ci premureremo di raggiungerVi in piscina con secchi di acqua bollente, qualora le Sue bambine non dovessero gradire la temperatura dell'acqua. 
Nel frattempo le auguriamo che un colpo di vento Vi causi una dissenteria tale da farVi rinunciare alle ferie.

"Prima di ricevere qualsiasi preventivo gradirei sapere se mio figlio di un anno e mezzo può partecipare al Mini Club durante il giorno e se avete un servizio di Baby Parking durante l'ora dei pasti"
Gentilissima Famiglia,
se il bambino di un anno e mezzo Vi dà tanto disturbo, suggeriamo di darlo in adozione ad una famiglia che si prenderà cura di lui come si conviene e che magari non soffrirà eccessivamente di doverlo portare con sé durante le ferie. Sconsigliamo di perderlo accidentalmente in autogrill, in quanto azione passibile di denuncia alle autorità.
Cordiali saluti

Odio tutti.


lunedì 13 maggio 2013

Panico e paura


Tra 11 giorni apre l'hotel. 

Non sono mai stata granché felice di iniziare la stagione lavorativa, ma quest'anno proprio mi stenderei sulle rotaie in attesa di essere fatta a brandelli. Ecco.



Intanto perché dopo 6 anni ritornare ai 120 giorni no-stop senza giorno libero, con in più diverse ore giornaliere sul groppone e una casa da gestire, mi dà l'idea che la mia vita stia finendo. Morirò di stenti, me lo sento.
In più il CdM non ha trovato un altro lavoro che non fosse trascorrere quattro mesi interamente in hotel, senza mai poter nemmeno pensare di fare una passeggiata insieme, una serata insieme, un solo pasto insieme. Certi giorni non ci incroceremo nemmeno, se non per un fugace saluto sul materasso (e non pensate male, a stento abbiamo il tempo per dormire. 
Insomma, ne ho una voglia che mi ucciderei. L'ho già detto?

Ho iniziato il 18 marzo con questa ragazzetta di 26 anni come direttrice, spocchiosa come pochi altri al mondo, convinta di essere l'unico essere vivente dotato di bellezza e intelligenza in questo emisfero. E' la prima volta nella mia vita che, lavorativamente parlando, mi sento un genio. E nonostante i miei quindici anni di esperienza sul campo ho abbastanza sale in zucca da comprendere che, non bramando ardentemente chissà quale postazione di comando, sono un soldato semplice: faccio quello che devo, ma senza nemmeno troppo entusiasmo. Non mi spreco, a dirla tutta.
Di fatto, il fenomeno dell'anno si è rivelato un flop imbarazzante. Ne so più io di lei che a stento mi interesso di quello che faccio. In nemmeno un mese è riuscita a farsi detestare da chiunque compreso il capo, che non ha esitato a degradarla e ora viene considerata più o meno alla stregua di una pianta grassa da piazzare sulla scrivania. 
I turni con devo condividere con lei ormai mi hanno frantumato le ossa del cranio, perché le craniate contro il muro sono continue e obbligatorie.

"Amica, hai notato le mie tette oggi??". A me lo chiede, che notoriamente sono la persona più disponibile a parlare di tette del circondario. A me che piuttosto che voltarmi per notare quanto il reggiseno del giorno abbia generosamente donato un paio taglie, mi infilerei la calcolatrice in gola. 
E' piuttosto inutile che introduca con me il discorso moda e fisico da paura, dal momento che vado in ufficio puntualmente con felpa e scarpe da ginnastica per camuffare i rigogliosi rotoli che  proliferano. 
Penso di non tollerare più i suoi discorsi su quando è stata nominata capo supremo del mondo alberghiero a soli 22 anni, di come si è laureata a pieni voti conseguendo il titolo di "unica laureata al mondo in economia del turismo" (naturalmente senza studiare troppo, è tutto nel suo DNA) o di quanto in passato lei sia stata amata e idolatrata dalle sue sottoposte (tutte cose smentite dalle sue ex colleghe, che a quanto ho potuto capire, la volevano bruciare al rogo).
Per quanto io sia la prima a dichiarare che odio lavorare, non ho mai conosciuto nessuno che in 5 ore di lavoro riesce a concludere quello che normalmente si organizza nella pausa tra un turno e l'altro, al passaggio delle consegne. La sua voglia di lavorare è talmente impressionante, che qualche giorno fa si è presentata in ufficio con in mano una tartaruga, raccolta dalla strada appositamente per poter trascorrere un pomeriggio ad accudirla, anziché lavorare.
Il giorno dopo la vedo entrare con la faccia da morte imminente e mi dice "da quando ho toccato la tartaruga  sto così male... mal di testa, febbre, mi sento gonfia." e io, distrattamente "credo che sia una reazione allergica molto grave... conoscevo uno che... beh, è un po' che non lo vedo". Cinque minuti dopo le era magicamente passato tutto. 



In tutto questo, lei e l'altra collega a cui io devo far riferimento (ebbene sì, pure io sono stata degradata dalla nuova gestione, ma onestamente non me ne frega nulla... io ho come unico obiettivo nella vita arrivare a settembre senza essere internata) non fanno che accapigliarsi, insultarsi, tirarsi i capelli e lanciarsi anatemi usandomi come punto di sfoga, mentre l'ultima arrivata, saggiamente, a stento rivolge la parola al trio idiota che si è formato e che mi vede al centro a parare i colpi. 

Tutto questo per dire che trascorrerò 120 ameni giorni alla sola compagnia di:

- una a cui devo guardare le tette e di cui devo svolgere il lavoro mentre lei gioca a Green Peace
- una che mi usa come secchio dentro cui vomitare l'odio che ha nei confronti dell'altra
- una che mi rivolge la parola solo per ribadirmi che trova la situazione ridicola, puerile e nauseante. 

Mi strapperei la cellulite a morsi in questo momento, se non mi scocciasse sporcare la cucina. 


martedì 5 marzo 2013

Spesso il male di vivere ho incontrato

Ho mal di stomaco da settimane. Direi anche un po' più di un mese ormai. E non mi passa dannazione, né con le medicine, né con pensieri ameni quali "che belli il sole, il cuore, l'amore".

Qualche psicologo potrebbe supporre che il mio dolore fisico emerge a causa di un dolore più intimo. Mi chiederebbe di raccontare la mia storia ed ecco che ad un certo punto forse troverebbe la causa inconscia del mio male. Le mie difficoltà digestive come trasposizione fisica della mia difficoltà a digerire il fatto che tutto ciò in cui speravo è svanito nel nulla, che sto per ricominciare l'ennesima stagione in albergo e la cosa non mi va giù. Quindi l'ansia che ne deriva mi provoca il bruciore, la sensazione di non poter mandare giù altro. E blablabla.

Al diavolo la psicosomatica. Mi è più consono sposare l'idea che la mia fine sia vicina. Sfogliando pagine e pagine di Internet ho scoperto di avere più o meno altre tre ore di vita, dunque tanto vale salutare tutti e brindare alla liberazione dal male. Io sono una mangiatrice di piadine e cappelletti, il mio stomaco DEVE funzionare. E se non funziona, sicuramente è successo qualcosa di orribile.

Di fatto, la chiamata per il lavoro non arriva. Nonostante le promesse di cominciare tra febbraio/marzo, ancora non ci sono notizie e io sono a casa da ben sei mesi. Mesi in cui non posso dire di essermi annoiata, anzi. Diciamo che però sto perdendo un po' i colpi.

L'altro giorno ho chiesto al CdM di impastare la pizza per la cena domenicale con i miei, dopo di che gli ho esplicitamente chiesto di mettere l'impasto in una ciotola di plastica e lasciare il tutto a lievitare in forno coperto da uno straccio.
Due minuti dopo ----------------> RESET.
"Metto su le patate al forno" e accendo il forno a 220°. La scultura che ne ho ricavato avrei voluto conservarla per esporta ad un museo di arte moderna. Il CdM, dopo aver reimpastato, ha preannunciato la morte di tutti entro breve, a causa delle sostanze rilasciate durante la fusione e che sicuramente hanno contaminato il forno. La Mutti ha esclamato "Ma va là!!" servendosi di un generoso pezzo di pizza.

In più ieri ho preso la mia prima multa. E non andavo sparata come uno shuttle per le vie della Ridente Cittadina, e non ho nemmeno parcheggiato sulle scale del Comune in segno di protesta. Ho semplicemente dimenticato di pagare il parcheggio. Che io sia maledetta! Ops, deve essere già successo.

venerdì 15 febbraio 2013

Ausdauer vs Tecnologia

Io la tecnologia la amo.

Amo il mio pc, amo Internet, amo i videogiochi, amo il mio Smartphone, amo le fotocamere, amo un po' meno la TV (ma Sky mi ha cambiato la vita) e guai a togliermi tutte queste cose. Almeno ne sono consapevole e non predico a vanvera che sono tutti strumenti del demonio. 
Quello che non amo affatto è spenderci dei soldi.

Ho un pc comprato dal Suocero, senza che lui lo sappia naturalmente. Se doveste incontrarlo, il pc l'hanno comprato dei miei amici. 
Ho lo Smartphone più sfigato della terra, quello che costava meno in assoluto e che vale ancora meno. 
Connessione, Sky, installazioni e formattazioni varie sono cose che ritengo non mi competano. Per mia fortuna esiste il CdM.

E comunque sono un disastro, diciamocelo pure.

Prima si è fusa la batteria del pc. Poi tre alimentatori. Un ferro da stiro morto di infarto improvvisamente durante una sessione lunga di stiraggio selvaggio. Il microonde che mi abbandona senza un minimo di preavviso. E di nuovo la batteria del pc che mi lascia. Mi sembrava tutto normale.

Due mesi fa però è iniziata la rivolta generale.
Hard disk del pc bruciato, con conseguente perdita di TUTTI i dati e dei miei salvataggi di 3 anni e mezzo di The Sims.
Fotocamera perduta nella quarta dimensione il giorno di Natale. Tutti l'hanno vista, nessuno è più in grado di ritrovarla.
A quel punto anche la SD della fotocamera rimasta decide di danneggiarsi irrimediabilmente. E intanto che ci siamo, anche quella del telefono. Perdo centinaia di foto.
Mi faccio prestare la fotocamera dal CdM e mentre carico delle foto sul Pc risorto con un nuovo hard disk, la Melissa si lancia sul tavolo facendo precipitare la fotocamera, che muore sul colpo.
A quel punto penso di essere arrivata al culmine della disfatta, e mi distraggo tanto quanto basta a far cadere il mio Smartphone da 50 cm. Sopravvissuto da un volo dal  balcone, questa volta si è frantumato lo schermo. 

Sto valutando cosa fare. Dal momento che non sono abbastanza in forze economicamente, a questo punto mi conviene darmi alla vita Amish. Una bella cuffietta che incornicia il mio viso rotondo mi donerebbe.

martedì 12 febbraio 2013

Politically incorrect

Normalmente sono per il rispetto delle idee altrui, la tolleranza, il non inveire contro ragionamenti che non mi appartengono.

Poi un giorno suona il telefono e quando rispondo scopro che è una nuova futura collega che mi propone di organizzarci per andare ad un corso per il lavoro insieme. Con riluttanza accetto e le propongo le varie opzioni: passo a prenderti io, vieni tu qui, andiamo con la mia macchina, andiamo con la tua, andiamo a nuoto, inventiamo il teletrasporto.... quindi?? Dopo tanto tentennare mi dice chiaramente che non ha l'auto, ergo la devo andare a prendere e scarrozzare allegramente andata e ritorno. Ma non importa, avrei preso comunque la mia auto, onde evitare di restare prigioniera su mezzi altrui con persone che non conosco e che, mi sia perdonata l'asocialità estrema, al momento vorrei evitare di conoscere. Anche perché ho già trascorso 8 ore in compagnia della mia giovanissima nuova direttrice, e dire che dopo due ore avrei voluto metterle le mani al collo e stringerestringerestringere è un eufemismo pallido e insignificante. Sono una brutta, brutta persona.
Comunque sia, la passo a prendere di buon'ora, non dopo che ella mi ha fatto notare che partire con un'ora di anticipo le pareva eccessivo. Mi dice: "non preoccuparti, ho io il navigatore" e partiamo alla volta dell'ignoto. Avendo io preventivamente consultato il Santissimo Google Maps, procedo per 30 km e poi mi oriento all'incirca dichiarando che, se il mio istinto non mente, dovremmo esserci quasi. Lei mi esorta a proseguire, il navigatore non mente. Proseguo 10 km finché, elargendo larghi e soffici sorrisi, mi permetto di chiederle di controllare la destinazione, non fosse mai che la direzione presa ci portasse direttamente a strapiombo sullo Ionio... "Oh scusa, anziché puntarlo verso CittàDelCorso l'ho puntato verso 60kmAncoraVersoLeMontagne!". Sorrido pazientemente, con il canino che scende pericolosamente verso il basso.

Si può cercare di fare conversazione? Altrimenti metto su la scritta Taxi e all'arrivo magari mi paghi il dovuto. 
"Dunque, è la prima volta che fai questo lavoro vero? Che facevi nella vita?"
"Lavoravo da 10 anni nella stessa agenzia, sai, un posto a tempo indeterminato, dove mi trovavo pure bene... ma sai com'è, ho voglia di cambiare..."

Aneurisma.
Qualcosa che scoppia nel mio cervello.
E poi un flash.


Ci sono io che sono attaccata modello cozza alla scrivania della ditta maledetta di ascensori. Ho un contratto a tempo indeterminato, ma non vengo pagata da mesi e in più il mio capo scrive lettere in un italiano imbarazzanti firmandosi con il mio nome. Eppure non voglio schiodarmi, perché so benissimo che là fuori il mondo è ancora più brutto, che dovrò di nuovo vivere facendo la stagionale, che ritornerò ad essere Cenerentola e che nessun topolino verrà mai a salvarmi facendomi un bel vestito per il ballo. Starò qui gratis tutta la vita, vi prego, non licenziatemi, non voglio tornare a quella vita orrenda, lasciatemi morire su questa scrivania, berrò l'acqua della mia bottiglia dove il mio capo spegne quotidianamente le sue sigarette e disimparerò l'italiano, non voglio fare la stagionale, non vogliooooooooooo

Un respiro. Due respiri. Tre respiri.

Scendi dalla macchina. Ti mollo qui, in mezzo alla strada, in un posto che non so nemmeno dove sia. 
Quattro respiri. Cinque respiri. Sei respiri.
"Wow, sei coraggiosa, complimenti! Vedrai che questo lavoro ti piacerà!".

Pio Pulcino! Abbattetemi. 

mercoledì 6 febbraio 2013

Gossip


No, io non faccio gossip. Lo fanno gli altri su di me.

Ho un problema di base ultimamente. Non so usare facebook. In questi mesi avrei potuto usarlo per:

- far seguire a tutti i lavori della mia nuova casa, con tanto di rassegna fotografica
- condividere con tutti la scelta dei miei mobili
- postare ogni giorno uno stato pietoso sul terribile eco che lancia il mio conto corrente
- rendere partecipe l'umanità della disoccupazione che mi attanaglia e di tutti i colloqui sostenuti
- ammettere al mondo che non ho assolutamente voglia di tornare al lavoro e che la mia carriera lavorativa è un fallimento
- aggiornare il mio stato ogni due ore nel momento cruciale del trasloco, con annesse bestemmie e foto di ogni singolo scatolone 
- usare la geolocalizzazione per documentare al popolo i miei spostamenti
- fotografarmi in tutti i luoghi, in tutti i modi e in tutti i laghi per testimoniare che esisto
- scrivere ogni lunedì e mercoledì uno stato in tedesco come divertentissimo sfoggio linguistico post-corso avanzato di lingua

e invece no. Ho avuto la brillante idea di rendere pubbliche soltanto le foto delle mie gatte (che io trovo bellissime, cuore di mamma) e ho condiviso qualche aggiornamento su amene attività quali la mia ultima passione ritrovata, i puzzle. Diciamo che come esperimento antropologico ha prodotto dei risultati.

Commenti quali "bella la vita eh?" uniti al vociare cittadino che bisbiglia sul fatto che io sia sempre su facebook hanno mostrato come le persone abbiano percepito la mia vita come puro e semplice cazzeggio quotidiano. Un certo numero di frecciatine palesano anche una profonda invidia nei confronti della mia vita da nullafacente.
Il gossip della Ridente Cittadina e oltre si concentra sul fatto che la mia vita sia solo e unicamente concentrata sulle mie gatte. Diverse persone ritengono che la mia vita sia squallida e priva di altri interessi, ad eccezione dei puzzle che testimoniano ulteriormente come io non abbia contatti con il mondo esterno. 
Qualcuno nutre dei forti dubbi sulla mia persona, in quanto non ho dimostrato al grande pubblico di avere contatti sociali, ammesso che ce ne siano.

Amo solo i miei gatti e ho dimenticato in un angolo polveroso il povero CdM? In questi  mesi non ho fatto altro che fare puzzle e fotografare felini? Sono una pericolosa serial killer? Sono stata lobotomizzata?

Per non lasciarvi dubbi, vi lascio solo un paio di foto delle mie gatte.




martedì 29 gennaio 2013

L'uomo malato in casa


Riuscite a immaginare niente di più terribile? Al momento io no.

Il CdM si è ammalato. Disgrazia! Quando ho espresso il desiderio "Vorrei finalmente il CdM a casa per un weekend" non intendevo il CdM marcescente a letto che sparge muco e germi come un idrante. Devo spiegarmi meglio la prossima volta.

Nel weekend generalmente approfitto della sua assenza da casa per pulire casa. Sono una vera casalinga ormai, mi sobbarco di tutti i lavori perché sono disoccupata e lui va a caccia tutto il giorno per portare a casa un cinghiale per cena. "Amore, mi mancherai tanto, a stasera" e appena lui esce imbraccio la scopa e comincio a pulire. Che donna amorevole vero? 
Macché. Sfido chiunque a pulire casa con lui tra i piedi.
La camera no, non la posso pulire perché lui dorme. E quindi non posso passare l'aspirapolvere per non turbare il suo sonno.
Poi magicamente si sveglia e allora mi dirigo verso la camera, ma... non vorrò mica passare lo straccio vero? Perché lui deve scegliersi ancora i vestiti. 
Mi sposto per aprire le finestre in cameretta e lui è lì, posizionato davanti al Pc... devo pulire proprio ora che lui si sta formattando il telefono?? 
Allora mi sposto in bagno armata di disinfettante e... ma insomma, un povero uomo non può avere accesso al suo bagno se un bisogno urgente lo sorprende come un ictus fulminante?? 
A quel punto penso di poter cominciare dalla cucina... illusa! L'uomo di casa ha fame e anche sete, e pertanto andrà a scovare dalla dispensa la cosa che più si sbriciola e mentre si verserà del succo qualche goccia finirà inevitabilmente su qualche superficie. Perché un uomo che ha fame mica può mettersi a sfidare la forza di gravità.


In genere ci impiego dalle 6 alle 12 ore per pulire una casa che alla 13esima ora fa schifo esattamente come prima.
La solita donnetta isterica.

Comunque, durante il weekend la fronte del CdM scottava e le mie orecchie, oh le mie orecchie! Le mie orecchie bruciavano.

"Sto male..." "sì amore" "sto morendo..." "sì amore" "sto malissimo..." "lo so amore" "coff coff ma senti quanta tosse?..." "lo sento amore" "sniff sniff ma hai sentito che raffreddore??..." "ho sentito amore" "non ce la faccio più..." "sì amore, dormi!!" "mamma mia che sofferenza..." "eh, anche la mia amore" "soffro... ti ho già detto che sto male e soffro?" "Ah, davvero??? Dopo 36 ore non avevo capito."


Avete mai avuto la sensazione di volervi strappare le orecchie e tirarle contro a qualcuno? Ecco.
Un continuo sottofondo. Ogni colpo di tosse sottolineato da un lamento. Ogni soffiata di naso per la quale occorre un sostegno morale. Rantoli sommessi o più forti a seconda della distanza che c'è tra l'emittente e il ricevente. 
Difficile non comprendere chi ad un certo punto sceglie di fare harakiri.


(Amore, so che leggerai e verrai da me con la faccia tutta imbronciata dicendo "uffa, sparli sempre di me... coff coff e io sto male", quindi ricordati le cose carine che hai detto che ho fatto per te nel weekend, e che io non ricordo... ma tu ricordale perché sono indiscutibilmente il segno del mio ammmmmmmore!)









lunedì 28 gennaio 2013

Ci sono persone che quando saluti pensi "beh, chissenefrega, non le rivedrò mai più".

Della stagione scorsa non ho ricordi né positivi né negativi. Trascorsa come una doccia scozzese, nulla di più. Niente da segnalare, se non che il mio capo alla fine dei conti mi faceva un po' pena. Un uomo depresso, sicuramente un po' sfortunato, incapace di sfogare le sue frustrazioni in un modo migliore che non fosse quello di cercare di far sentire più stupidi possibile i suoi dipendenti. Ma detto sinceramente, ho avuto di meglio a cui pensare.

I nuovi gestori dell'albergo, per i quali dovrò cominciare a lavorare a breve, si sono finora rifiutati di farmi avere contatti di nessun tipo con il mio ex capo. Suppongo non abbia piacere di rivedermi e che gli risulti pesante dover mostrare ad una sua ex dipendente, trattata fino alla fine come una cerebrolesa, che è dovuto soccombere al volere altrui e cedere tutto ciò che aveva, ovvero il suo lavoro da 37 anni. Di fatto sono ancora disoccupata anche per questo motivo e dopo aver conosciuto le mie nuove colleghe, sono ben contenta di essere ancora lontana da quell'ambiente. Solo otto ore con loro mi hanno fatto salire l'ansia da ritorno alla prigione come se stessi per scontare le mie ultime ore di vita. Non ho trovato altri lavori che potessero garantirmi un introito tale da poter mangiare, il CdM continua con due lavori alla retribuzione di mezzo e io ogni giorno mi mangio un pezzo di fegato pensando ai 130 giorni continuativi di lavoro a non meno di 8/9 ore giornaliere che mi aspettano da maggio a settembre.Quando 8 anni fa ho aperto il blog, amavo questo lavoro perché credevo che per me ci sarebbe stato altro nella vita, e che forse lo avrei rimpianto. Adesso che mi si continua a rifiutare la possibilità di cambiare, posso dire che lo detesto con tutta me stessa. Dieci anni trascorsi a sognare il momento in cui, varcata la soglia dei 30, avrei potuto godere del più classico lavoro lunedì-venerdì tutto l'anno, un qualsiasi lavoro con uno stipendio mensile - ferie - diritti, e invece sono legata a questo dannato lavoro che va contro ogni regola e legge stabilita per la tutela dei lavoratori. Questo tocca a me, che 5 anni fa avevo deciso che ora di darci un taglio e non assecondare più queste realtà malate. E per di più vengo punita con sempre più violenza dal destino che mi ha voluta ingorda: se me ne sono andata da un lavoro annuale litigando con la mia capa di allora per via degli orari da incubo, quella che sarà la mia capa di ora mi ha già prospettato un'estate che in confronto l'orario di prima sembrava quasi sindacale. Mi sta bene, così imparo a voler difendere i miei diritti.  Ma sto divagando... mi farò venire un infarto da esaurimento nervoso quando sarà il momento. Ancora sono disoccupata e ora che il trasloco è praticamente terminato, la casa è stata sottoposta alle prime visite di eventuali futuri inquilini.

Ero d'accordo con il padrone di casa che sarei stata con lui a far vedere l'appartamento finché non fosse scaduto il contratto, dal momento che lui non sapeva del nostro trasferimento anticipato. Così un sabato mattina mi sono presentata di buon ora e con un gran sorriso, mentre i candidati si presentavano alla porta e io decantavo le virtù dell'appartamento (lasciato volutamente in penombra, vista la muffa che lo ricopre ormai interamente, ma dettagli). Convinta di aver adempito al mio dovere, stavo per tornarmene a casa quando il padrone mi ha chiesto di rimanere per un altra persona interessata che sta arrivando. Mi ha detto anche il cognome, piuttosto comune, che non ha fatto scattare in me nessun campanello di allarme. Ad un certo punto, poiché tardava, mi ha detto che si trattava di una persona piuttosto nota nella Ridente Cittadina. Ho fatto spallucce, tanto io sono asociale. Non ho sussultato nemmeno quando mi ha detto che si trattava di un albergatore: cervello anestetizzato dal freddo probabilmente, perché cognome più albergatore dovevano già avermi fatto capire. Infine mi dice il nome dell'albergo: quell'albergo! Quello di cui sopra. "E' stato un piacere, ma ora ti saluto" gli ho detto. Ma non me ne sono andata e dopo un paio di minuti me lo sono trovato davanti, l'ex capo, che quando ha capito che l'ex inquilina ero io è diventato pallido come la neve a chiazze rosse come la Pimpa. Una bella immagine, dopotutto. "Che dire, hai visto no, come mi sono ridotto".
Ho fatto finta di non sentirlo e gli ho rifilato un discorso molto poetico sulle magiche proprietà della tenda della doccia che gli ho lasciato in dotazione. Non mi interessa come si è ridotto lui, ho già abbastanza giramento di balle per me stessa. Forse mi ha fatto addirittura tenerezza, anche se, devo ammettere, l'idea che proprio lui potrebbe abitare nel mio nostro primo nido d'ammmmore, quella casa che tanto abbiamo amato, mi dà un po' i brividi.

Comunque sia, adoro la nostra nuova dimora, letteralmente. Fatta su misura per pantofolai come noi, piena di angolini relax e per le gatte. Mi aggiro per le stanze con aria soddisfatta e soprattutto il sabato, quando è reduce di una bella strigliata, mi  rotolerei sul pavimento come fanno le mie gatte quando sono felici.

E a proposito di casa e gatte, ecco uno scorcio del salotto. Trovate la Melissa! :D




giovedì 17 gennaio 2013

Habemus domus!

Fino a tre mesi fa la mia cucina era così:



E ora invece è così:



Il 19 dicembre abbiamo fatto micie e bagagli e ci siamo trasferite nella nuova dimora. In tempo record oserei dire. In compenso il trasloco sta durando quanto l'intera ristrutturazione, o quasi. 


Sepolti in casa? Dilettanti. In 35 mq siamo riusciti ad accumulare roba che ora non sta nemmeno in 90 + soffitta + la mia vecchia camera a casa dei miei che funge da magazzino + un capanno che ci ha prestato mia nonna. Quintali e quintali di roba. Circondarsi di oggetti per allontanare i problemi come fanno gli accumulatori seriali? Diciamo che un suocero che mi ha procurato detersivi per lavare i pavimenti per i prossimi 30 anni probabilmente ha contribuito in qualche modo. 
In più l'organizzazione è stata forse carente. I primi mesi ho tenuto dei corsi esclusivi per il CdM, dai titoli evocativi quali "Perché inscatolare cose anziché caricarsele in spalla", "Il teletrasporto sarebbe bello, ma non esiste" e "Magliette dei Metallica scolorite, sformate, bucate: che cosa ce ne facciamo?". Il CdM non ha superato l'esame finale, ma è solita vecchia storia: il ragazzo ha la testa, ma non si applica.
Di fatto, lavorando il CdM 7 giorni su 7 e dovendosi dividere tra due diversi lavori part-time, non ha potuto condividere con me la grandi gioie che un trasloco può donare. Le avrei condivise volentieri, a dire il vero. 
Anche perché le mie possenti braccia sono solo coperte di ciccia molle, che non è di grande aiuto quando devi salire e scendere tre rampe di scale con grossi carichi. 


Comunque sia, ce l'abbiamo quasi fatta! Le cose che non so bene che ruolo debbano avere nella nostra vita sono state ammassate senza un criterio negli spazi esterni alla casa, quindi mia mamma ha i capelli dritti in testa, io non ho idea di cosa sia stato gettato alla rinfusa e ogni giorno scopro di non trovare qualcosa, continuo a perdere documenti essenziali per la casa e viviamo tutti felici e contenti. Amen!