Sgosh autunnale

Sgosh autunnale

martedì 20 settembre 2011

LO SCATAFASCIO

Sono un cesso. E mi sento pure pesantemente sfigata, ecco.

Ieri mattina, dopo l'ennesima emicrania devastante, mi sveglio con la consapevolezza che la mia stagione lavorativa è ormai conclusa. Apro gli occhi, anzi no, ne apro uno e mi accorgo che dall'altro non ci vedo una cippalippa. "Ma porc, mi sarà venuto un ictus, lo sapevo". Arranco fino al bagno e scorgo allo specchio il mio viso deturpato da una puntura di zanzara di dimensioni tali da non farmi aprire l'occhio sinistro. Ottimo, penso mentre cerco di non inciampare nel gatto.

Decisa a morire sul divano tutta la mattina, mi sovviene improvvisamente (dopo due ore, ma viste le mie funzioni cerebrali è sembrato un fulmine a ciel sereno) che deve venire il tecnico della Telecom a installare la linea telefonica. Che bello, dopo un anno e mezzo di chiavette che non prendono e io che giro come una rabdomante con il portatile in mano alla ricerca della fonte di vita (un segnale decente), finalmente qualcosa di buono in questo buco di mondo. Dopo aver ricevuto numerose rassicurazioni "Tranquilla, da me ci hanno messo pochissimo, un intervento e via" e "sono stati puntualissimi, ci è voluto davvero un attimo", il mio pessimismo è salito alle stelle e già da settimane ripetevo il mantra: "sicuramente qualcosa andrà male". Quando il tecnico ci ha comunicato che i fili del telefono non passano perché a quanto pare il tubo è ostruito da chissà quale schifezza cementosa, non mi sono neppure scomposta. Il CdM ha dichiarato di odiarmi e attualmente compie riti apotropaici ad ogni mio respiro in sua direzione.

Punizione divina: nottata febbricitante con lo stomaco che sembra un calzino rivoltato. Ma tutto sommato me lo merito, vedo il mio medico talmente tanto spesso che ormai posso tracciare un grafico del suo indice di gradimento settimanale. Oggi, tra l'altro, era gravemente in discesa e la cosa mi preoccupa. Sarà anche che a metà visita, dopo aver ricevuto l'ennesima telefonata delirante, era talmente esaurito che si è sfogato con me raccontandomi storie raccapricciante di gente che sente l'occhio fare "cric" ogni volta che si gira (e io per poco non mi sento mancare mentre lo dice) e di come in generale si pretenda da lui onniscienza e disponibilità 24 ore su 24. Ha ragione dottore, annuisco, mentre gli porgo il braccio per farmi misurare la pressione. Ormai pare deciso che proveranno a mettermi un holter pressorio. Il CdM sta già dando craniate contro il muro in vista del gran giorno e della gran notte che lo aspetta, con me che ogni mezz'ora bestemmio perché la macchina infernale mi stringe il braccio e sento la morte imminente che mi attanaglia. Perché io non sono ipocondriaca, no, e non mi lamento mai, assolutamente.

giovedì 15 settembre 2011

Questo caldo ha rotto le balle

Ore 5 del mattino. Il CdM, in ferie da qualche giorno dopo 3 mesi lavorati senza neppure un giorno libero, decide finalmente di raggiungere il letto. La Aus invece dorme già da diverse ore, ma si sveglia sententolo entrare.

"Amore, domani a che ora ti svegli?"
"Hmmmmm... non so... hmmmmm..."
"Mi sveglieresti alle nove?"
"Hmmm sì, ok... ronf"

Ore 9. La Aus, rimembrano la conversazione di qualche ora prima, si accinge a scuotere il CdM.

"Amore, sei sveglio?"
"Hmmmmm."
"Sono le nove!"
"Hmmmmm."
"Ma cosa devi fare stamattina?"
"Devo andare a prendere il gatto".

"... amore?? Quale gatto?"
"Ho sognato che mi chiedevi che cosa devo fare stamattina... e io ti ho risposto... hmmmm"
"Guarda che te l'ho appena chiesto cosa devi fare, non stavi sognando."
"Ah no?"
"No, di quale gatto stavi parlando?"
"Hmmm che cosa c'entra adesso il gatto!??!"


Bene, qui in casa Ellouin-Aus stiamo benissimo. Io domani torno al lavoro dopo 4 giorni liberi, avuti perché le mie condizioni di salute mi stanno facendo impazzire. Ieri sedevo davanti al laboratorio analisi di fianco ad una nonnina incazzosa di 80 anni: lamentava i miei stessi problemi e una serie di esami medici che ha dovuto subire, che sono gli stessi che toccheranno alla sottoscritta.
Già da ieri sera mi è partita l'ansia da "ommioddio, devo tornare al lavoro, non ce la faccio, sto malissimo". E naturalmente sono passata da "l'ictus sopraggiunge" a "mi sta per venire un infarto" senza nemmeno passare dal via. 

Alcune settimane fa qualcuno ha avuto la brillante idea di misurarmi la pressione al lavoro. Vediamo, chi è stato... ah già, la mia simpaticissima capa. Il suo misuratore da polso mi segnalava una pressione da ictus imminente, dopo di che ho cominciato a sentirmi in punto di morte e ho trascorso una serata da incubo. Mi sono ripresentata dal medico dichiarandomi già morta, ma poichè mi ha semplicemente chiesto di tenermi monitorata, da allora vivo con il bracciale del misura-pressione perennemente al braccio. E ogni volta che sale di un paio di unità sento già le mie coronarie sgretolarsi.

E nel frattempo deliro.

"Amore, sai che ti vedo ogni giorno più bello? Oddio, quindi mi sta calando la vista sempre di più. Ecco, lo sapevo, ho il glaucoma."