Sgosh autunnale

Sgosh autunnale

mercoledì 12 dicembre 2012

A NATALE PUOI

Puoi per esempio, essere con un piede in una casa e un piede in un'altra, e soprattutto non avere un euro per godere appieno dello spirito del Natale.

Ma andiamo con ordine. Gli ultimi tre Natale sono stati una serie di drammi e sfighe di proporzioni inimmaginabili, quindi quest'anno quando ho tirato fuori l'albero dalla scatola ho temuto il peggio.



Comunque sia, la mia giornata di oggi, sarà l'ultima che passerò tranquillamente in questa casa. E' la fine di un'epoca.
Ho ancora in mente quando siamo entrati qui dentro la prima volta e abbiamo sognato che diventasse la nostra casa. Qui è iniziato tutto: la convivenza, l'indipendenza, la lotta per la sopravvivenza, l'arrivo delle micette, l'invasione della muffa assassina che ricopre ormai ogni cm di parete.

Oggi finiscono i bagni della nuova casetta, domani avrò gas e acqua e lunedì arrivano i mobili. Ci siamo. Il trasloco è imminente. Ciao ciao appartamento! Ti ho voluto veramente bene, ma la muffa mi fa paura. Una mia amica qualche giorno fa mi ha raccontato di aver visto una puntata di CSI dove veniva trovato un cadavere talmente intossicato dalla muffa che solo a toccarlo trasudava invitante robaccia verde. Se non guardo CSI un motivo ci sarà: immaginate quali notti liete mi accompagnano.

La nuova casetta ha tutto il pavimento dissestato, proprio come noi che la abiteremo. La sento già mia.
La cosa buffa è che lì io ci sono cresciuta. Ho trascorso lì tutte le mie estati, in calzoncini corti e con la mia immancabile scuola di lumache. Ore e ore le ho trascorse sui gradini che ora hanno tolto, a parlare e giocare con mia zia e il Bruderone. Quante ore a nasconderci dentro gli scatoloni, a giocare in giardino, a osservare i macchinari.
Fino al 1998 quella che ora è una casa era il laboratorio con annesso negozio in cui i miei nonni vendevano uova al dettaglio. All'epoca non avrei mai immaginato che sarebbe diventata la mia dimora, anche se da anni accarezzavo l'idea che la mia famiglia la riportasse in vita in qualche modo. Quella è stata la prima casa dei miei nonni, quella in cui sono nati i loro tre figli e che hanno smesso di abitare a metà degli anni '60. E' un pezzo di storia che continua con me. Mi sento responsabile.

Soprattutto perché mia nonna non ha mancato di sottolineare al CdM: "Ricordati che quella è stata una casa fertile! Ci sono nati tre figli!". Il CdM ha deglutito e io ho pensato che se non dovessi riuscire nell'intento, prenderò un altro gatto.



mercoledì 5 dicembre 2012

Detonazione imminente

Sono in piena sindrome premestruale. Oh sì.

Il pavimento della nuova casa è stato posato, ma è pieno di gobbe. Il rivestimento del bagno non è stato assemblato come mi aspettavo. Ho l'emicrania da due giorni, quindi è come se avessi un pugnale infilzato all'altezza del sopracciglio e quando mi piego ho l'impressione che mi si debba aprire la testa. Ogni volta che parlo con il Vater della nuova casa mi rovescia addosso un camion di pessimismo che mi ribalta: al contrario la Mutti continua a ripetermi che ci siamo e che presto sarò di nuovo nella mia Ridente Cittadina, quindi mi esorta a preparare tutto affinché si possa traslocare. Sono sempre confusa e ho di nuovo ben chiaro in testa il perché i miei genitori sono divorziati e il perché mi sono sempre trovata nel mezzo delle loro posizioni estreme. In casa EllouinAus c'è una tensione tale che ogni cosa mi fa pensare che presto strangolerò il CdM, salvo poi fiondarmi su di lui e coprirlo di baci che testimoniano la mia bipolarità attuale. Ginetto ha approfittato di questo terreno fertile per ripresentarsi a corte in tutto il suo splendore e dopo più di un anno è tornato al suo posto.
E infine c'è il mio conto corrente che piange la dipartita di tutti i miei risparmi di questi anni, tanto che quando stamattina mi sono accorta che mi sono state scalate le imposte di bollo di un anno ho chiamato la banca proprio per evitare di presentarmi personalmente e fare una strage. E questi cosa mi dicono? Che tutti i soldi scalati sono il risultato del fatto che ho avuto una media di eurini abbastanza alta da meritarmi di essere tassata ignobilmente e la cosa divertente è che proprio allo scadere di questo anno questi soldini per cui sono stata tassata SE NE SONO ANDATI. Volati via. Ciao ciao eurini sudatissimi, guadagnati lavorando Pasqua-Ferragoso-Natale-TutteLeFesteComandateDelMondo. Maledizione!

Ho lo spirito del Natale che mi penetra nel midollo quest'anno, oh sì.




mercoledì 28 novembre 2012

New entry!!

C'era già Ausdauer, che occupa già da sola un discreto spazio nei 35 mq al momento disponibili, ma sulla sua figura mitologica non intendo dilungarmi oltre, essendoci un intero blog dedicato.
C'è anche il CdM, che ha la capacità di spargersi nello spazio modello "blob che avanza" e gli basta varcare la soglia di casa per riuscire a occupare ogni singolo cm libero con portafoglio, chiavi, scarpe, calzini, deodorante, portatile, cavi, hard disk, cellulare, cavi per cellulare, borsa, quaderni, volantini che "non-provare-a-buttare-che-l'-anno-prossimo-voglio-vedere-cosa-c'-era-in-offerta!", coperte, magliette e maglioni di riserva più varie ed eventuali.
Poi è arrivata la gatta isterica Lucilla, che può vantare la proprietà di un tiragraffi alto 1,80 m, due piste con palline, un tunnel frusciante, diversi topini e pupazzetti sparsi per casa e in più è in grado di posizionarsi comodamente su qualsiasi superficie disponibile, come potete notare dalla foto.


Poi un giorno ho aperto la pagina del gattile e ho trovato la foto di questa gattina stupenda, di cui mi sono innamorata subito. Ma non la volevo, perché Lucilla è per natura una paranoica pazza potenzialmente assassina, e in più mi sembrava che già si stesse abbastanza stretti.
Il CdM non ha resistito alla tentazione e ha chiamato la volontaria che l'aveva cresciuta, siamo andati a trovarla e ahinoi, è stato amore! La piccola all'inizio ci ha snobbati, poi ha sentito parlare di giochini vari, pappe buone, gatto psicopatico da salvare e si è accoccolata sul CdM, succhiandogli il lobo dell'orecchio con fare suadente. A quel punto non c'è stato niente da fare, la piccola ruffianella è diventata nostra.

E così il 5 novembre è arrivata Melissa, un nome, una garanzia.
Dopo l'esperienza con Lucilla, eravamo pronti al peggio. Lucilla si fa fare le coccole solo quando vuole per e un tempo limitato, si concede a poche persone, morde ogni volta che qualcosa non le va bene o che qualcuno osa disturbarla, se la sgridi ti insegue per prenderti a zampate con sguardo assassino. Però è un coniglio e ha paura di qualsiasi cosa (eccetto noi coinquilini): del campanello, degli estranei, di mio padre, dei genitori del CdM, dell'aspirapolvere, della cannetta gioco con le piume che fa flap flap, del veterinario e ha avuto persino paura di Melissa quando l'ha vista. Un amore di gatto che io adoro, in quanto è la mia esatta versione felina.
Melissa invece è stata immediatamente soprannominata Pupazzetto. La guardi, fa le fusa. La sgridi, fa le fusa. La accarezzi, si stende a pancia all'aria come un cane e fa le fusa. La prendi per metterle il collirio, miagola infastidita, ma fa le fusa. Ringhia e soffia solo quando Lucilla le salta addosso tentando di strapparle la giugulare a morsi, ma tutto sommato è giustificata.
In questa foto sta guardando il CdM, dopo un'ora di grattini sulla pancia durante il telefilm serale, come per dire "Tutto qui?? Mi devo già alzare??".


Questo gatto non è un gatto, deve essere sicuramente una mutazione genetica strana.

E comunque, per la cronaca, ormai non c'è più un cm di pavimento libero su cui camminare.





lunedì 26 novembre 2012

Ausdauer e la persecuzione delle date

Ci sono date che, è un dato di fatto, mi portano una sfiga inenarrabile. Un esempio su tutte? Il maledetto nove agosto, che ogni anno vivo con rinnovato terrore (quando me lo ricordo, quando invece lo dimentico qualche disgrazia succede davvero).
Per questo motivo quando la Mutti ha deciso che il giorno che avremmo dedicato all'ordine definitivo dei mobili per la casa sarebbe stato il 23 novembre ho avuto un nefasto presentimento. In fondo quel giorno ho detto addio a tutti i miei Sacri risparmi e dovrò vivere di amore e fantasia per il resto dei miei giorni, ma sono piccoli insignificanti dettagli.

Per tranquillizzarmi ho fatto una piccola ricerca tra i miei diari, appunti e deliri degli ultimi anni e questo è ciò che ho potuto riesumare dalla mia memoria storica.

Il 23 novembre 2005 la mia Sacra Auto rimase con la batteria a terra nel parcheggio a pagamento dietro l'università. Quel giorno seguii il suggerimento della Mutti di chiamare il Vater in soccorso, salvo poi ricordarmi il perché erano anni che mi arrangiavo nelle difficoltà. Dopo la sua risposta rassicurante "tra dieci minuti sono lì" trascorsi DUE ORE in macchina a 0 gradi, mentre soffici fiocchi di neve cadevano qui e là ricordandomi che stavo morendo assiderata e che no, per nessun motivo al mondo avrei dovuto chiamare mio padre in un momento di emergenza come quello. Anche perché poi arrivò e di fatto non si concluse nulla.

Il 23 novembre 2009 mi assunsero alla Ditta dei Miei Stivali, con contratto a tempo indeterminato. Quello che sembrava un sogno è diventato un incubo nel giro di qualche mese ed ha decretato la fine dei mie sogni di gloria. Ci ho perso dei soldi, ma soprattutto non ho mai più potuto auspicare ad un impiego normale.

Il 23 novembre 2010 ci fu la storica rissa con il mio capo della Ditta dei Miei Stivali, che finì in una valle di lacrime mie e sue, sotto gli occhi esterrefatti del CdM. Una delle più orribili e imbarazzanti scene della mia vita.

L'anno scorso non è successo nulla di che, ma avendo dimenticato la maledizione per qualche ora hanno approfittato di un mio momento di distrazione per affibbiarmi un'ora di straordinario, ecco. Non pagato, naturalmente.

Così non mi sento molto positiva nei confronti della consegna dei miei mobili.
Arriveranno?
Arriveranno rotti?
Arriveranno in parte e mancando pezzi fondamentali rimarremo con la cucina smontata fino a maggio?
Essendo di scarsa qualità ed avendo già mio suocero lanciato la sua maledizione, si autodistruggeranno tutti al primo utilizzo?
Al 31 di gennaio sarò una barbona che vivrà in un appartamento senza mobili, già interamente pagati, senza più un cent nel conto corrente e un fuocherello acceso in mezzo alla cucina per scaldare le erbette raccolte in giardino?

Non so, non mi sento tranquilla. Sicuramente ho mancato di considerare qualche altra disgrazia possibile.

venerdì 26 ottobre 2012

Per un zampino nel telefono

Per un zampino nel telefono
ne son successe delle belle,
per un zampino nel telefono
sono successi tanti guai!

Quest'uomo non era molto convinto di accettare la mia candidatura. La perplessità era quella di tutti: ho cambiato troppi alberghi e il mio cv è troppo ricco di esperienze variegate. Una come me non l'avrebbe mai chiamata se la moglie non lo avesse convinto almeno a conoscermi, fatto sta che dopo varie insistenze la moglie è riuscita a fargli dire sì. E ieri alle 9,30 mi ha chiamata chiedendomi la conferma di voler far parte del team. Come se avessi avuto scelta, tra l'altro.
Comunque martedì vogliono parlarmi di nuovo, saluto e ringrazio e mi siedo al tavolo della cucina sospirando. Non ho altre possibilità, deve andarmi bene e devo fare in modo che vada bene anche a loro.

Esco di casa lasciando il mondo come sta, computer e pc sul tavolo, e vado a farmi consolare dal cibo della Mutti.
Quando a metà pomeriggio ritorno mi accorgo che ci sono diverse chiamate perse da parte del mio futuro datore di lavoro. Pensando che avesse già cambiato idea mi precipito a rifare il numero e:

1) questo a stento si ricorda chi sono
2) mi dice che a partire da mezzogiorno sono partite strane chiamate dal mio telefono, una sfilza di telefonate mute con sottofondo di fruscii, qualcuno che spingeva i tasti e forse voci. Si è trovato tempestato di telefonate e ha pensato di richiamare per sentire cosa stava succedendo. Allarmata faccio mente locale, in casa non manca nulla e non ci sono bambini. Infine incrocio questo sguardo e comprendo.



Ho capito di aver perso almeno un altro trilione di punti mentre mi ascoltavo rispondere "Scusi, ha ragione, sa com'è, il gatto ha fatto partire un po' di telefonate...". 

Come sembrare assolutamente equilibrata e affidabile agli  occhi del tuo datore di lavoro, ecco il libro che scriverò.

Lucilla,  non hai freddo? Vieni qui che c'è un bel forno caldo che ti aspetta.


giovedì 25 ottobre 2012

Ragazze interrotte

Anno 1996
Ho 15 anni e voglio vestiti come quelli delle mie amiche. Poiché mamma e papà non hanno nessuna intenzione di comprarmi nulla di quello che voglio, trascorro l'estate a lavorare come commessa. Mi alzo alle 6 ogni giorno, lavoro 11 ore, non ho il giorno libero settimanale. Ma avrò tempo per rifarmi.

Anno 1999
Ho 18 anni e vorrei prendere la patente, ma papà ha deciso che non ha intenzione di sganciare un centesimo per vedermi alla guida. Così trascorro l'estate facendo due lavori: uno stage per la scuola e per il restante tempo lavoro in albergo dividendomi tra bar e reception. Ma quando finirò la scuola le cose cambieranno.

Anno 2001
Ho 20 anni e ho appena terminato il mio primo anno di università, però mamma e papà non hanno intenzione di pagarmi le tasse universitarie. Quindi trovo lavoro stagionale come segretaria in albergo. Non ho giorno libero per 120 giorni l'anno, ma sono sicura che con la laurea le cose cambieranno.

Anno 2009
Ho 28 anni, sono laureata da un anno ma non trovo uno straccio di lavoro con cui mantenermi. Ritorno mestamente in albergo, lavoro diversi mesi senza giorno libero, ma so per certo che non sarà sempre così.

Anno 2011
Ho 30 anni e la ditta dove lavoro a tempo indeterminato mi licenzia in tronco e poco dopo fallisce. Ho un affitto da pagare, le spese di casa da affrontare e la crisi non mi aiuta a trovare un lavoro. Accetto di lavorare momentaneamente in albergo in attesa di tempi migliori e torno a fare la stagionale.

Anno 2013
Ho 32 anni e per vivere non posso far altro che lavorare come stagionale a ritmi impossibili e senza giorno libero. Sono passati 18 anni e nella mia vita è cambiata solo una cosa: ho perso definitivamente la speranza che le cose per cambieranno.

Festeggiamo.


giovedì 18 ottobre 2012

Piccoli sgosh crescono

Chiariamoci.

L'idea di avere contatti sociali in questa situazione mi aggrada quanto l'amato herpes Ginetto. 
"Cosa fate adesso di bello?" "Oh niente, siamo disoccupati, nessuno ci chiama per un lavoro e nel frattempo i miei ci ristrutturano una casa che arrederemo soltanto con scatoloni rubati alla Conad." In un mondo dove il 90% delle mie conoscenze ha un lavoro fisso, ha già trascorso felicemente il periodo "mettiamo su casa" e attualmente sta sfornando figli... beh, gli argomenti languono. Non me ne vogliate.

Questo ricorda molto i tempi della mia singletudine, quando la mia vita era un totale disastro amoroso ed ero circondata da coppiette sbaciucchiose che non facevano che ricordarmi quanto ero sfigata. Poi ho incontrato il CdM e la mia vita bisogna ammetterlo, è cambiata. Ora posso anche io lamentarmi di quando il mio uomo mi chiama a gran voce urlando "Dov'è la tal cosa" e io gli rispondo "è nel primo casssetto" e lui a sua volta grida "ma qual è il primo cassetto??" e puntualmente li apre tutti senza trovare nulla. Finalmente anche io ho capito che è assolutamente vero che se ad un uomo le cose non saltano in faccia, non le troverà mai. Sono profondamente soddisfatta.

Quando è nato "Sgosh!" ero una 24enne single, incasinata nel classico rapporto impossibile e il mio sedere aveva ancora dimensioni normali pur nutrendomi prevalentemente di piadina e cappelletti. Studiavo e lavoravo, incapace di scegliere che cosa fare della mia vita e mi lasciavo trascinare dalla corrente.
Come il CdM abbia avuto il coraggio di raccogliermi dal bidone dell'immondizia è un mistero che ancora non ho chiarito. Ci sta lavorando anche Alberto Angela, e non escludo possa nascere un servizio interessante per "Superquark".
Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti e me ne rendo conto ogni giorno di più. Sms che recitano "è nato Bambino, pesa 3,400 kg e siamo felici" e matrimoni, battesimi, bambini che prima hanno 2 giorni e poi te li ritrovi con il fiocco del grembiule della prima elementare. E' sconvolgente, io non mi capacito.


Cerco di camuffarmi nelle mie felpe ritraenti maiali, pecore, funghi o gufi giganti e le rare volte in cui esco, grazie alla miopia che mi accompagna fedele, non cerco e non vedo mai nessuno.

Dei personaggi che popolavano il mio blog ho contatti più o meno sporadici a seconda dell'evoluzione che c'è stata.

Il mio famoso amico Z, con cui allora condividevo la condizione di single, si è suo malgrado riprodotto. Mi aggiorna di tanto in tanto sulle sue sfighe e la sua vita è sempre molto carica di suspance.
L'amico K, al tempo innamorato di me, è attualmente sposato con prole: nonostante questo, l'ho incontrato di nuovo dopo 5 anni e ancora non mi guarda negli occhi nemmeno se costretto a parlarmi.
L'amica Y, dopo avermi detto che sono vecchia dentro e che la mia presenza in questo mondo la deprimeva, mi ha domandato come mai non siamo più amiche. Non la vedo da 2 anni.
L'amica X, dopo l'episodio spiacevole in cui il suo ragazzo, la sera di Capodanno, confessò candidamente che da tempo mi si dipingeva come un'isterica (solo perché il pazzo per cui lavoravo non pagava né me né il CdM da 5 mesi e io ero lievemente sul lastrico), è ancora mia amica, ma mi guardo bene dal raccontarle molto della mia vita. In compenso è diventata molto amica dell'amica Y. 
Diverse persone, leggendo a ritroso nel blog, mi hanno chiesto che fine avesse fatto Jack lo Squartatore. Non ne ho più saputo nulla fino a che non mi si è parato di fronte venerdì scorso all'ipermercato, dove stavo passeggiando in compagnia del CdM fantasticando su tutte le cose che non possiamo comprare. L'allora famoso Jack è ancora il re dell'albergo storico, protagonista di tante avventure passate, e di fatto non è cambiato di una virgola. Baci e abbracci (si fa per dire, il CdM avrebbe ucciso per molto meno) e qualche breve aggiornamento sulle figure del passato, per le quali ogni tanto provo un pizzico di nostalgia. I caffè presi in compagnia del capo alle 16 di ogni pomeriggio, le battute sui miei amori veri o presunti, la volta che il figlio del capo mi nascose la macchina o gli storici litigi di famiglia, in cui spesso volavano telecomandi e oggetti contundenti che i clienti si trovavano a schivare terrorizzati mentre erano di passaggio nella hall. 

Credo che il CdM mi abbia attaccato qualche virus (stando vitanaturaldurante insieme a mandare cv a pioggia può capitare) quindi prima di perire ci tenevo a dare gli aggiornamenti a chi mi ha seguito per anni e si è chiesto che ne era stato di tutte quelle persone che un tempo erano i protagonisti di questo blog.
E per finire...
La Mutti sta bene, è impegnatissima con il progetto di reimportazione figlia nella Ridente Cittadina, sotto le sua supervisione.
Il Vater a sua volta è impegnatissimo nella progettazione del mio nuovo impianto elettrico e bestemmia con sempre nuovo vigore.
Il Bruderone si è fidanzato, e dobbiamo ancora riprenderci dallo shock. Ormai avevamo perso le speranze.
Il Bruderino non è più tanto ino, ma è un ragazzo di 21 anni che mi somiglia tragicamente. Single e sfortunato con le donne, senza un lavoro e con amici storici che lo bistrattano. Credo che gli suggerirò di aprire un blog: "Sgoshino!". 



lunedì 15 ottobre 2012

Riassunto della settimana precedente


Lunedì, colloquio fissato per le 9,30: il tizio mi dà clamorosamente buca e la madre acida e arteriosclerotica per poco non mi insulta perché non sono una cliente, ma solo una povera sfigata in cerca di lavoro.

Martedì, chiamo il tizio che mi ha supplicata di lavorare per lui a migliaia di euro per farmi lavorare in un loculo: dopo due chiamate non risposte mi richiama domandando perplesso "ma chi parla??".

Mercoledì, giovedì, venerdì: il telefono è talmente muto che ad un certo punto lo dimentico nella tovaglia appallottolata e mentre la scrollo in balcone scopro che non vola (ma che in compenso è indistruttibile).


Sabato, il telefono suona ed è un albergatore che speravo ardentemente mi chiamasse: questo mi fa presente che il mio curriculum lo lascia assai perplesso e mi fa sentire volutamente un escremento di cane perché negli ultimi anni ho cambiato troppo spesso lavoro. Dopo avermi messa in crisi prepotentemente (alle 9 del sabato mattina) con domande in cui sperava di farmi confessare che sono una persona bruttissima e inaffidabile, ha dichiarato di non cercare personale al momento, e che eventualmente mi ricontatterà in futuro.

Il fatto che sia nuovamente lunedì mi sta mettendo in crisi. 


venerdì 12 ottobre 2012

Voglio la Protezione Esseri Umani

Mi chiamo Ausdauer e sono vittima dei soprusi del mio felino domestico.

Il 5 luglio 2011 il mio compagno ha portato a casa questa piccola micetta di 6 etti, molto più simile ad un pipistrello che ad un gatto. Un tenero cucciolo peloso e pieno di pulci, che succhiava dalle nostre dita avidamente sperando di ottenere latte e conforto.
Non lo volevo mica un gatto, ma chi può resistere a quella che sembrava essere la creatura più dolce e indifesa del mondo?

Beh, grazie Satana per avermi mandato a casa uno dei tuoi discepoli.

Attualmente entrambi i bagni sono sprovvisti di carta igienica nel portarotolo, perché siamo costretti a nascondere le nostre preziose risorse in posti inaccessibili al felino, che ama moltissimo srotolare e sbrindellare la carta ricoprendo ogni cm di superficie calpestabile e non. 


Questo vale anche per documenti, appunti, volantini, bollette: più di una volta siamo stati costretti a presentare al pubblico bollettini o documenti importanti sbocconcellati con la scusa pietosa "sa, abbiamo un gatto...", scusa che dopo anni di "il cane mi ha mangiato i compiti" lascia la gente piuttosto basita.

Il felino non amava i tappi che servono per coprire le viti degli infissi di casa, così ha lottato a lungo finché non è riuscito a disperderli tutti, anche nei punti più improbabili. 


In compenso ama i miei fiori, tanto che li ritiene indispensabili coadiuvanti della sua digestione. Inoltre ama allenare le zampette nella nobile arte escavatrice, sradicando periodicamente le piante più rigogliose. 

Non mi è più concesso godere del privilegio di vedere tende appese alle finestre, perché più sono belle più ci si accanisce, lasciando solo tristi fili che pendono intrisi di bava e aggressività.

Altresì al felino non aggrada che io posi le sente chiappe sul divano, dunque attende che io stia sprofondando nel relax per piantare gli artigli nei punti più fragili della stoffa, sperando che io finalmente mi alzi in lacrime piangendo la distruzione dell'ennesimo oggetto che non è mio.

Non mi bisogna dimenticare che ha una passione sfrenata per i miei tappi per le orecchie e se una scatola rimane incustodita la fa a pezzi fino a che non si accaparra il bottino. Se di notte non chiudessi la porta della camera, sono abbastanza convinta che scaverebbe nel mio cranio per impossessarsi di quelli che ho inserito nelle mie orecchie.

Bisogna fare attenzione inoltre, perché il felino non ama essere sgridato, lo ritiene fastidioso. Se dopo l'ennesimo guaio o dispetto io mi arrabbio, mi guarda con odio muovendo la coda a mulinello e attende di vendicarsi  non appena giro le spalle, inseguendomi rabbiosa con tanto di schiaffi e morsi alle caviglie.

Sono una povera vittima del felino domestico, chiedo aiuto alle autorità competenti affinché mi si possa salvare da questa terribile situazione.




lunedì 8 ottobre 2012

Il pensiero positivo

Il lunedì dovrebbe essere il giorno di svolta, quello che apre le porte a inaspettate opportunità e sorprese, l'inizio di una nuova settimana e di rinnovate speranze.

Stamattina mi sono alzata presto. Ho aperto il frigo e c'era solo qualche sparuta goccia di latte in fondo al cartone. Ma non fa niente, è lunedì e sono aperta a nuove possibilità. Sento la speranza rinascere e addento la colazione.

Apro l'armadio e scelgo la mise più decente tra il poco che offre. Mi trucco, mi pettino, sfoltisco le sopracciglia e in un certo momento, con una certa luce e una certa miopia nell'occhio, riesco a trovarmi addirittura guardabile. Ho indossato le mutandine portafortuna, gli orecchini che mi ha regalato la mia adorata Libby, la giacca che mi sta meglio e che ho indossato per altri colloqui andati a buon fine. Respiro a fondo e rimango fiduciosa.

Arrivo davanti all'imponente struttura che mi ha fissato un colloquio. Non ho paura, ritengo di essere comunque abbastanza avvezza a questo tipo di colloquio ormai e non temo nemmeno di sfigurare troppo di fronte a cotanta sfarzosità, nella mia mise rimediata modello "Finanze terminate nel 99".

Entro e mi guardo attorno: è tutto bianco, immenso, luminoso. Vuoto.
Un ragazzotto spaurito  mi corre incontro chiedendomi se ho bisogno, gli dico che ho un colloquio e lui sparisce alla ricerca della proprietaria. Sono molto tranquilla, mi godo l'atmosfera rilassante.

Dal nulla compare una vecchia che con timore reverenziale mi chiede che cosa desidero. Le spiego che sono lì per un colloquio e l'amabile vecchietta si trasforma in yogurt scaduto.
"Cioè? Lei non è un arrivo?"
"No" le dico guardando l'ho vuoto "aspettate arrivi?".
La voce le si inasprisce ancora di più. "Chi le ha fissato un colloquio?" mi chiede con l'esasperazione nella voce. Le ripeto il cognome della persona che mi ha chiamato e mi risponde che suo marito è a fare la spesa. Ricordando che la voce non era quella di un vecchio, le ho suggerito che a chiamarmi fosse stato il figlio, al che lei con scherno mi risponde "ah sì? Beh, è a Mantova!".
Cerco di non scompormi e dico che quando il figliol prodigo tornerà in zona, sarei lieta di ricevere una sua telefonata. Chiedo alla signora se posso lasciarle il mio numero e lei, stizzita "ah, va beh, si deve arrangiare però, io ho le mani sporche di detersivo".
Dopo di che ferma il ragazzino spaurito e lo sgrida per averla disturbata per una persona che non è nemmeno una cliente.

La prossima volta che il lunedì mi sembra così carico di positività e belle cose in arrivo, spero che mi cada un'incudine in testa.
Questa settimana sarà l'ennesima agonia, ecco.

venerdì 5 ottobre 2012

Da dove si comincia?

Non sono più capace di scrivere con regolarità. Forse è perché la regolarità è andata perduta da un pezzo, e non parlo naturalmente di quella intestinale, per la quale almeno potrei aiutarmi con l'Activia. 

Dopo un anno e mezzo di corse folli, di turni, di rotazioni di lavoro e cambi di contratto, eccomi di nuovo disoccupata. Non sarebbe niente di drammatico, se il mio adorato CdM ed io non volessimo sempre fare i piccioncini e condividere proprio tutto tutto a riprova del nostro immenso amore. A volte mi commuovo un po' per l'estrema solidarietà che dimostriamo l'uno con l'altra: uno si ammazza di lavoro? Anche l'altra. L'altro rimane disoccupato? Anche l'altra. Non riusciamo a star fermi, ad annoiarci, a stabilire la temuta routine di un rapporto basato su lavoro, casa, bollette, vacanze.
La situazione assume connotazioni sempre più angoscianti dal momento che la mia famiglia sta sistemando la vecchia casa dei miei nonni (anno 1958, disabitata dal 1966) per darci la possibilità di trasferirci  nella mia amatissima Ridente Cittadina. Sarebbe un'ottima prospettiva, se questo non comportasse il totale prosciugamento del mio già piangente conto in banca. 


E così stiamo adottando la triste tattica dell'invio curriculum a pioggia, che tanti saggi sconsigliano dall'alto del loro posto di lavoro, ma che al momento è l'unico intervento possibile per salvarci il fondoschiena.



Dopo 16 anni trascorsi in gran parte a fare la stagionale, il mio più grande desiderio sarebbe quello di liberarmi di questa maledizione. Un pomeriggio, mentre stiravo con l'ossessione del "ommioddio morirò facendo la receptionist in un doppio turno chiusura/apertura", il mio cellulare ha suonato e la cosa sconvolgente era che non era la Vodafone, ma un'offerta di lavoro. 
Il posto di lavoro di cui si è parlato al colloquio mi calzava alla perfezione. Sono quelle proposte che potrebbero dare una svolta alla tua vita, aprirti le porte di un futuro finalmente diverso da quello a cui sembri condannata. Per la seconda volta nella mia vita ho nutrito l'ardita speranza che l'incubo fosse finito e che le mie settimane sarebbe state lunedì-venerdì, con le chiappe posate ad una scrivania a fare un lavoro che mi sembrava bellissimo e che grazie al cielo non c'entrava con gli ascensori. Mi sentivo perfetta per quel ruolo, e al colloquio, obiettivamente, ho mostrato di essere preparata e disponibile. Attendevo solo la chiamata fatidica: "il posto è tuo, una nuova vita ti aspetta". E a quel punto avrei festeggiato preparando una cheesecake.



Poi l'altra mattina il telefono ha squillato e un'incudine mi ha schiacciato la testa.
"Sei Ausdauer? Ciao, sono AlbergatorePazzoFurioso e mi ha dato il tuo numero il tale dell'AziendaDeiSogni, mi ha parlato benissimo di te, sei piaciuta moltissimo e siccome non possono assumerti hanno pensato che potrebbe interessarti questo lavoro... e vorrei conoscerti, magari fare due chiacchiere, magari potrei assumerti a lavorare da me, io cerco una ragazza del tuo livello, ecco, so che le più brave trovano lavoro in fretta e io ho bisogno di capire se fai per me, ecco, non so, magari ti va di vederci e parlarne e, cosa ne dici? Ti interessa il  lavoro?"
Stordita dal fiume di parole incomprensibili e dal dolore incommensurabile per la presa di coscienza che quel posto da sogno non sarà mai mio, sono riuscita a sussurrare "come scusi?"
"Hai ragione, ricominciamo da capo che mi sono presentato malissimo. Sono dell'albergo FacciamociRicoverareFelicemente, mi interessa una ragazza per la prossima stagione".
A quel punto volevo buttarmi in terra e piangere fino al mio 40esimo compleanno, ma ho accettato con la morte nel cuore di fare il colloquio.



Arrivata lì scopro che il tizio in questione si presenta persino peggio di come poteva sembrare al telefono: è esagitato, fa le stesse domande anche tre volte di fila, ripete "è chiaro??" ogni 4 parole, non mi conosce affatto e mentre gli rivolgo sguardi terrorizzati continua a esclamare "credo che tu sia la persona giusta!". Mi propone una cifra esorbitante, che con la casa in arrivo sarebbe a dir poco necessaria, e mi spiega che cosa vorrebbe da me:
- l'invio di almeno 100 preventivi al giorno, seduta ad una postazione di un metro quadrato in un ufficio SENZA FINESTRA
- la mia presenza in albergo 7/8 ore al giorno per 4 mesi senza giorno libero, per altri 2 prendendomi le giornate libere che voglio compatibilmente con la mole di corrispondenza da svolgere

- nel tempo che rimane (????) dovrei occuparmi degli incassi di entrambi i suoi alberghi
- vorrebbe che io fossi pronta a sopportare i suoi scatti d'ira nel caso rimanessero camere vuote o ci fossero problemi con i clienti, conscia del fatto che comunque lui mi pagherebbe una cifra non paragonabile a quella di altre strutture

In pratica dovrei scegliere tra i soldi che mi servono per la casa e le successive cure in psichiatria e una vita fatta di stenti, ma priva di medicine per il fegato.
Inutile dire che il mio futuro mi appare sempre più roseo.


(nella foto: la mia futura cucina)

venerdì 3 agosto 2012

Nei liquami forever

Perché si sa, quando già stai fuori casa 10 ore sei giorni la settimana e il tuo compagno lavora più di 70 ore a settimana, è giusto che quando finalmente raggiungi il nido ci siano millemila cose da fare.

E considerato che in due usiamo soltanto camicie e che esse devono sempre essere perfettamente lavate e stirate, mi sembra più che giusto che la lavatrice decida di perdere i pezzi in piena stagione lavorativa. Così, dopo aver lavato 5 volte le camicie di Mirko e averle viste uscire a chiazze nere ogni singola volta, ho pensato che si fosse raggiunto il top della sfiga.
Nel frattempo il wc di sopra ha deciso di otturarsi, facendoci passare del tutto la passione sfrenata per l'intimità del proprio bagno di casa. Mentre il Vater, chiamato in preda alla disperazione, poneva rimedio alla rivolta del focolare domestico, i vicini di sotto ha cominciato a sentire un discreto fetore che, guarda caso, proveniva proprio dallo scarico del nostro altro bagno. Un giorno, di ritorno dal lavoro, mi hanno aspettata al varco accusandomi di avergli intasato il tombino, mentre io incredula cercavo di giustificarmi che sono fuori casa tutto il giorno e che non posso aver prodotto così tanto da aver intasato la fogna condominiale.
Indignata, ho chiamato il padrone di casa che nel mio unico giorno libero mi ha fatto arrivare il camion degli spurghi, facendomi passare una mattina in allegria al profumo di liquami.
Ieri di nuovo si è otturato il wc e dopo aver cercato di sturarlo a suon di bestemmie (il Vater aveva fatto così e aveva funzionato, ma forse ha dimenticato di svelarmi il trucco) ho pensato che siamo veramente in un mare di cacca e che io ho raggiunto il limite della sopportazione.

Speriamo davvero che succeda qualche altro intoppo, così posso pure togliermi le sei ore di sonno che mi concedo di tanto in tanto.

giovedì 2 agosto 2012

65° giorno di prigionia

Ieri sera gridavo già al miracolo: alle 23,45 ero già in posizione orizzontale, pronta a sbavare copiosamente sul cuscino. Un evento in questa estate dove normalmente si dorme verso l'una di notte. Pregustavo già il mio volto riposato allo specchio, la sensazione meravigliosa di non sentirsi crollare la testa ogni preventivo che faccio... alle 4,30 è suonato il telefono di casa. Il CdM, agile come un felino, è balzato giù dal letto immaginando già qualche ferale notizia in arrivo, mentre io bestemmiavo l'inverosimile per aver interrotto il mio sacro sonno. Il demente che cercava Emanuele stamattina non credo si sentirà molto bene, visto che ho passato almeno un'ora a maledirlo tra un verso del Pulcino Pio e l'altro. Mi sono riaddomentata dopo millennni e mentre stavo sognando di aver partecipato ad una maratona che prevedeva l'utilizzo di scale mobili (O_o) e mi beavo del fatto di non essere arrivata ultima, è suonata la sveglia del CdM. Ore 6,30 del mattino. Alle 8 ero stremata come se avessi fatto di nuovo un turno all'Enorme Struttura sul mare.

Oggi sono in modalità Sense & Spray: se mi passa davanti qualcuno/qualcosa spruzzo odio e disprezzo da ogni poro, diffondendo un odore rancido di rancore e commiserazione.

La mia collega è mancata un paio di giorni (non per sua volontà, si sono resi conto che la pagano troppo per il lavoro che realmente abbiamo da svolgere) e non è che il suo ritorno mi entusiasmi. Ogni volta che arrivo alle 13,30 mi fa l'elenco di tutto ciò che ha dovuto fare, mi mostra tutte le email inviate e pretende un applauso per ogni minima cosa che ha svolto tra le sue normali mansioni lavorative. Il fatto che io ieri abbia risposto a 50  mail e formulato 40 preventivi è del tutto irrilevante, perché non mancherà di ricordarmi che lei, in passato, ha mandato almeno 100 mail mentre rispondeva al tel, si occupava del front office, faceva il check in a 40 persone che parlavano solo russo e lottava contro il drago gigante che infestava il castello. Non manca mai di ricordarmi quanto i clienti la amano e di segnalarmi il trilione di complimenti ricevuti per la sua simpatia. Presto mi slogherò la testa a forza di annuire con vigore.

Poiché dalle giornate bisogna aspettarsi il meglio, la mia è cominciata con la pulizia della lettiera del gatto, seguita dalla tragica scoperta che il CdM mi ha lasciato nel cartone quelle due gocce di latte che non servono nemmeno a bagnare la tazza. Quando arrivano le 22???


mercoledì 1 agosto 2012

1 agosto: 64° giorno di prigionia


Quando ho deciso di licenziarmi dall'enorme colosso per cui ho lavorato tutto l'inverno, in fondo ero consapevole che sarei stata punita e non l'avrei fatto per migliorare la mia condizione di vita.

Da 64 giorni lavoro per persone che definire grette, odiose, insopportabili è far loro dei complimenti. 
Marito e moglie, insieme soltanto per una serie di interessi economici in comune, uno più malato di mente dell'altro. Ti salutano la mattina con lo stesso entusiasmo che riserverebbero all'arrivo di una cartella esattoriale, ti osservano tutto il giorno con lo stesso disgusto che proverebbero di fronte ad una piaga purulenta e la sera ti salutano tra i denti come se covassero l'intima speranza che un camion ti travolga all'uscita dal lavoro, liberandoli dalla tua deprecabile esistenza. Qualsiasi dipendente è ignorante, stupido, privo di materia grigia e dignità. Trascorrono tutta la giornata lamentandosi dell'orribile disgrazia che li ha colti assumendo persone così incapaci di intendere e di volere.

Per quanto riguarda me, nello specifico, la moglie mi detesta con tutto il cuore. Cerca di mettermi in cattiva luce dal primo giorno, fa notare al marito tutte gli errori orribili che commetto e cerca di mandarmi via da quando ho firmato il contratto. Il marito ha trascorso le prime settimane a mostrarmi ogni singolo errore commesso e non, poi ha visto che la mia pazienta è sotto lo zero assoluto e me lo mangiavo vivo ogni volta, ha iniziato a darmi del Voi. Voi non fate questo, voi sbagliate quello. Una mattina ho scoperto che i miei sospetti nei suoi riguardi erano fondati e che ci boicotta il lavoro solo per il gusto di farci passare per dementi, così gli ho mostrato tutti i log del computer che dimostravano che le modifiche sui conti, sui check in, sulle tariffe e sulle prenotazioni, venivano fatte da una persona sistematicamente alle due del mattino, orario in cui io normalmente faccio la nanna tranquilla nel mio lettino. Da allora mi rivolge a stento la parola.



Da una settimana, inoltre, visto il fastidio provocato dal nostro lavoro, hanno inserito la Superfiglia, colei che l'altro giorno per poco non prende un Nobel per aver sintonizzato i canali di un televisore. Colei che a 27 anni sta prendendo l'abilitazione da neuropsicologa ed è considerata un genio dal momento che l'ha presa in tempi record lavorando ben un mese all'anno fino al 2008 (dopo di che ha avuto 4 anni per riprendersi dalle fatiche). Io, che ho preso la stessa laurea, ma non ho preso l'abilitazione perché ho un affitto da pagare e devo lavorare per mantenermi, sono un rifiuto della società da cui preferiscono tenersi lontani.
La Superfiglia, che già si è fatta mantenere a lungo gli studi, nel frattempo è persino andata a convivere con il ragazzo a 300 km dalla Ridente Cittadina. E' tornata per salvare il destino dell'albergo, per farsi lavare e stirare tutta la biancheria di casa e per trattarmi come se io non avessi mai fatto questo lavoro, facendomi notare che tocca a lei compiere i gesti più eroici mentre i genitori la spronano a sfruttare le "colleghe" come schiave, così come meritano. Quando l'altro giorno l'ho sentita chiedere "ma papi, cos'è la tariffa dell'igiene ambientale?" ho quasi avuto un ictus. Il cervello mi si è annebbiato, schiuma calda ha cominciato a sgorgare dalla mia bocca e l'irrefrenabile voglia di uccidere si è impossessata della mia mente. La mia fedina penale stavolta non rimarrà pulita, è sicuro.

Qualcuno mi ha detto che devo vivere alla giornata e darmi degli obiettivi quotidiani, non cercare di raggiungere a tutti i costi l'ultimo giorno del contratto. Oggi il mio obiettivo sarà quello di non ucciderli al ritorno dal mio giorno di riposo, quando non mancheranno di farmi notare come la mia assenza sia stata una benedizione e quanto la Superfiglia sia stata essenziale nello svolgimento di mansioni che per me sarebbero state inaffrontabili.

Che agosto abbia inizio. 



martedì 29 maggio 2012

Pronti, partenza... via!!

Già il fatto che il mio nuovo capo si sia dimenticato di assumermi dovrebbe farmi pensare che chi ben comincia... ma lasciamo perdere.

Sono stata ieri a consegnargli i miei documenti. Un'atmosfera che definire glaciale è un pallido eufemismo.
Mi avvicino a questa ragazzetta che hanno piazzato al front office e che nemmeno mi guarda in faccia. Le spiego che devo lasciare dei documenti al titolare e lei, con un ghigno orribile sulla faccia, mi risponde bruscamente "Un attimo!" e si gira dall'altra parte con l'espressione di chi pensa "Ecco, un'altra rompiballe!". Il mio nuovo capo, esce, mi guarda e dice "Oh!". Punto. Un uomo un sacco loquace. Un ambiente che fa venire voglia di esprimersi. Mi chiedo seriamente come farò a resistere 4 mesi lì dentro. 

Oggi si ricomincia. Il CdM, a sua volta costretto a sperimentare il lavoro stagionale di basso livello, sarà fuori qualcosa come 10 ore al giorno senza giorno libero. In Romagna d'estate la legge non esiste e i sindacati lavorano giusto per rappresentanza. La cosa divertente è che ogni anno mi dico "Basta con questa vita, il prossimo anno dovrà per forza andare meglio! Il prossimo anno avrò un lavoro normale". Sono passati 14 anni e ancora non ho visto un miglioramento. Anzi, un anno ho avuto un lavoro normale, peccato che fossi la dipendente di un delinquente che se l'è svignata con i nostri soldi. Dettagli.

Fino a settembre qui a casa sarà reperibile soltanto la Lucilla. Pensavo di insegnarle a rispondere al telefono, a pulire, lavare e stirare, ma mi sembra restia. Qualcuno vuole adottare temporaneamente questo mostro peloso?


giovedì 24 maggio 2012

11 anni per fare 'sta cosa, ma ce la posso fare



La Libby, mia cara e dolce (dolce??) sorella di Sfiga, alcuni millenni orsono mi ha passato il testimone per un giochetto.

Nel frattempo io davo le mie dimissioni pensando: "ma sì, voglio rischiare, tanto il CdM sta facendo due lavori e ha un contratto fino a dicembre, che potrà mai succedere?". Come ogni volta che un solo pensiero positivo mi attraversa la mente, il dramma si è compiuto e il CdM è stato licenziato ingiustamente e in maniera del tutto inaspettata, lasciandoci di nuovo a navigare nella disoccupazione. Devo uccidermi? Nel caso, avevo promesso di fare ciò e non vorrei decedere prima di aver compiuto il mio dovere, che consiste nel:
- dire 11 cose di me;

- rispondere alle 11 domande che ha posto la amabile sorella.
Non sceglierò 11 blogger, ormai sono fuori dal giro.


1- Sono una tossicodipendente mancata. Il mio destino era attendere il Tristo Mietitore in un vicolo malfamato con la siringa nel braccio, l'ho sempre saputo. La facilità con cui soccombo alle dipendenze è impressionante. Non fumo e non bevo, semplicemente perché so che poi non potrei più farne a meno. Fin da ragazzina ho avuto la tendenza a diventare ossessionata anche dai videogiochi, per cui mi sono sempre tenuta lontana dalle sala giochi, anche se ricordo con  nostalgia i momenti trascorsi sbavando durante sessioni interminabili di Nintendo in camera di fratello. Non parliamo dei farmaci, è un argomento delicato. Attualmente non riesco a smettere nemmeno con le vitamine e ho appena lottato duramente per staccarmi dalle barrette Kinder. 
2- Ho il terrore delle api. Lo dico perché ho appena lasciato appeso al balcone il copridivano che avevo steso fuori e all'interno del quale ho visto entrare un ape nel momento in cui lo stavo per piegare. Attenderò il ritorno del CdM per affrontare anche questo problema.
3- Sono priva di ambizioni. Non mi interessa fare carriera, anzi, voglio avere meno responsabilità possibili sul lavoro. Sono troppo ansiosa e pigra per impegnarmi più di quello che è indispensabile. In più non ho la stoffa del capo, sono talmente poco competitiva e disinteressata sul lavoro che non faccio paura a nessuno.   
4- Paradossalmente, mi scontro spessissimo con i miei superiori. Di solito sono una dipendente scomoda, perché combatto ogni minima battaglia con la testardaggine di un mulo di cemento. 
5 - Detesto i legumi, mi fanno senso. Se mi volete male, preparatemi una pasta ai fagioli.
6 - D'estate, se ho un momento libero, difficilmente mi si incontra in giro. La mia misantropia raggiunge livelli tali da costringermi o a barricarmi in casa, o a godere dell'aria aperta infrattata su una panchina del Parco Naturale con un libro, con la sola compagnia di pavoni assetati di sangue e uccellini cinguettanti.
7 - Ho sempre amato il Natale, ma da qualche anno mi porta una sfiga inenarrabile e la cosa mi disturba.  
8 - Quando ci passo davanti, devo per forza aprire il flacone dell'ammorbidente e annusare. 
9 - Ho una calligrafia orrenda, a stento riesco a fare la mia firma. E' imbarazzante.
10- Tra le mie doti mancate, la manualità è quella più dolorosa da accettare. Sono costretta, ad ogni ricorrenza, a farmi confezionare i pacchetti regalo dalla Mutti, perché quello che esce dall'operosità delle mie dita grassocce è inaccettabile. 
11 - Ho letto il libro "Noi i ragazzi dello zoo di Berlino" 348932749328 volte. Mi faccio paura da sola.


E ora soddisfiamo la curiosità della Libby.


1- Qual è il tuo film preferito? I Goonies, oltre ad essere stato il film più visto della mia infanzia è stato anche quello che ha dato inizio alla mia storia con il CdM (quanto romanticismo).
2 - Cosa non potresti mai perdonare ad un amico/a?
In realtà io perdono tutto, ma se qualcuno facesse male alla mia gatta forse ucciderei.
3 - In quale periodo storico non vorresti mai essere nato?
Nella preistoria, non mi ci vedo a passare la clava al CdM.
4 - Quale evento ti ha fatto capire che eri un adulto?
La mia prima bolletta del gas, credo.
5 - Cosa non sopporti in un uomo/donna?
In un uomo la banalità, in una donna... pure.
6 - Una figuraccia che vorresti dimenticare?
In terza superiore ho percorso tutto il tragitto da scuola alla stazione con un biglietto sulla schiena che recitava: "Ho appena fatto la cacca".
7 - Cosa non indosseresti mai?
Sandali aperti che mettono in bella mostra il piedino, il mio è troppo tozzo e grassoccio.
8 - La bugia che hai detto e che è stata scoperta?
Avevo otto anni e avevo promesso a mia madre che non sarei uscita da casa della mia amica, ma lei volle andare a prendere un gelato vicino a casa. In gelateria incontrai mio cugino, che abitava a 100 km ma casualmente si trovava nella Ridente Cittadina quel pomeriggio e sempre casualmente aveva optato per la stessa gelateria. Nell'insieme di casualità estreme, mio padre si recò quella sera a salutare i suoi genitori, e sempre per puro caso, mio cugino era appena tornato dalla gelateria dicendo "Ho appena visto tua figlia!". Mio padre tornò a casa dicendo alla Mutti del mio avvistamento, e lei mi chiese "dove sei stata oggi?" e io "oh, a casa della mia amica". Beccata e in punizione.
9 - Qual è una cosa che sai fare particolarmente bene?
Mangiare.
10 - Cosa non può mancare nel tuo frigorifero?
Il latte (e infatti stamattina non c'era, tragedia).
11 - Qual è il blog che hai letto per caso, ma che è entrato tra i tuoi preferiti?
7 anni fa inciampai in quello del CdM, e il resto è storia.


mercoledì 9 maggio 2012

Sparami!

Qualche mattina fa, di turno dalle 7,30, una delle mie due responsabili mi ha chiesto se io la mattina mi alzo dicendo "buongiorno" con un bel sorriso e tanto amore e gratitudine verso il mondo. La mia faccia era più o meno un dipinto di Munch, per cui ho confessato che la prima parola del giorno rivolta al mio compagno di letto era stata un supplicante "Sparami!". Da quel momento è diventato un tormentone che chissà che non rimanga ad aleggiare tra quei muri anche dopo che avrò disertato ufficialmente.

Credo che ci sia un discreto vantaggio nello svegliarsi di pessimo umore. Voglio dire, se hai già una gamba rotta, la cistite, il mal di stomaco, la mattina in cui ti svegli con un raffreddore non ti cambia poi molto. Se invece fino alla sera prima eri bello arzillo e garrulo e ti alzi convinto di spaccare il mondo, al primo starnuto ti senti come se ti avessero fregato il carrello con la spesa da sotto il naso.

La fregatura di ieri è stata che mi sono svegliata piuttosto serena, con il sorriso sulle labbra (orrore!) e alle 20 ero nel pieno di un vortice di testicoli rotanti che è difficile da descrivere. Guidavo sulla statale, di ritorno a casa, tracannando dalla lattina a sorsi disperati, pronta a giustificarmi di fronte ad un'eventuale pattuglia assumendo lo sguardo più carico di pathos possibile. Bevo per dimenticare, si dice così no? Peccato che si trattasse di una Lemonsoda Zero e l'effetto "donna devastata dai problemi" scemasse un pochino di fianco alla nuova felpa acquistata, con stampato dinnanzi un enorme suino e la scritta "Madly in love with you!". Non la so fare la ragazza interrotta, è inutile.

Quante volte mi sono vista in una scena da film drammatico. Una Ausdauer seduta sul confano del suo bolide, una sigaretta tra le dita da cui attinge ripetutamente alla ricerca del fumo consolatorio e lo sguardo rivolto al paesaggio dove si perdono i ricordi di un passato felice, terminato in qualche maniera tragica e dolorosa. Il vento che le scompiglia i capelli e le solleva i lembi di un trench alla moda, una musica struggente di sottofondo, un tramonto dal sole infuocato.
Ma la realtà da queste parti non è questa, non è piena di grazia come nei film. Più probabilmente si potrebbe vedere una Ausdauer che arranca fuori dall'auto ma non si appoggia, un po' per gli escrementi di uccelli che le ornano il cofano e un po' perché la carrozzeria della Clio non è tra le più resistenti. Un bombolone tra le dita da cui cerca di non far colare la crema leccando furiosamente, lo sguardo rivolto allo zucchero che a causa del vento le imbratta la felpa con il maiale e le finisce negli occhi. In sottofondo uno stormo di anatre che starnazzano e all'orizzonte nuvole nere che annunciano che si deve sbrigare a tornare a casa.

Qualcosa mi dice che sarò punita per la scelta che ho fatto, lasciando un posto che era comunque sicuro fino ad ottobre e dove, pazzia ai vertici  e pretese disumane a parte, avevo trovato dei colleghi supportivi e avevo persino preso una discreta dimestichezza con il lavoro di bassa manovalanza. Considerato che pure per il CdM le cose, lavorativamente parlando, si sono messe maluccio, direi che il momento è propizio per cadere inesorabilmente nel vuoto. Già ieri mi immaginavo la scena con l'altro albergatore con il quale dovrei stipulare il nuovo contratto: "Ausdauer chi? Ah, scusi, non le ho detto che non mi serve più? Forse mi è sfuggito di telefonarLe...".

Oddio, sparatemi.

giovedì 3 maggio 2012

Ponte del primo maggio: diamo in numeri

N° di ballerini di salsa arrivati sabato per il ponte del 1° maggio: circa 500.
N° di ballerini di salsa a cui ho fatto personalmente il check-in sabato: circa 140.
N° di bestemmie profuse durante i check in: più o meno 3 a persona.
Volume di voce a cui ho dovuto ricorrere per farmi sentire dalla folla di trogloditi: +2000.
N° di ricevute scritte a mano per ogni cauzione lasciata: circa un centinaio.
Tasso di incazzosità della sottoscritta: 40.342 %.
N° di check-out effettuati dalla sottoscritta martedì: circa 150.
N° di momenti in cui ho  palesemente perso le staffe: 1, quando un demente della mia fila (sì, abbiamo le transenne come negli aeroporti per domare le folle imbizzarrite) ha iniziato a far suonare una trombetta da stadio.
Euro mancanti dalla mia cassa il giorno maledetto 1° maggio, festa dei lavoratori: 50.
N° di bestemmie profuse da quel momento: innumerevoli.



giovedì 26 aprile 2012

L'Ausdauer furiosa


So che è da pazzi, che i tempi non sono felici per nessuno e che in Italia puoi rifiutare tutto tranne un lavoro, ma tanto lo sanno tutti che il mio cervello è compromesso. Lunedì ho presentato le mie dimissioni ufficiali all'EnormeStrutturaSulMare. I colleghi non si sentono di biasimarmi, dato che il clima è più simile a quello di Auschwitz che ad una struttura turistica: sono stata ripresa più volte perché gli orecchini che ho  messo mi hanno dato una leggera allergia e involontariamente ho toccato un lobo dolorante in presenza di un cliente. Attenzione: ho posato due dita distrattamente sul gancio dell'orecchino, non mi sono scovolata una narice gioendo con lo spettatore dell'inaspettato tesoro rinvenuto. In quel momento ho capito che la mia esperienza lì dentro era finita. Non puoi passare le giornate programmando l'omicidio di più persone, non è sano.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il mio orario.
Venerdì: 15,50 - 23,00.
Sabato: 8,00 - 15,10.
Domenica: 15,50 - 23,00.
Lunedì: 7,30 - 14,40.
Martedì: 15,50 - 23.00.
Mercoledì: 7,30 - 14,40.
Giovedì: RIP, ma nel senso di Riposa in Pace Turnista Infelice, perchè da venerdì a lunedì ti farai di nuovo felicemente altri 4 turni di chiusura/apertura.

Io credo che, a prescindere dalle questioni puramente sindacali, questo si chiami omicidio premeditato. Specialmente se ti ho fatto presente più volte di non essere in splendida forma e mi vedi impasticcarmi a ripetizione durante la giornata. Ed è ancora più sospetto se noto con dolore che lo stesso trattamento non è riservato ad altre persone del team.

Credo che alzare bandiera bianca, nel mio caso, fosse la cosa più appropriata da fare. Ho persino dovuto lottare con lacrime incipienti nel momento in cui comunicavo la cosa ai colleghi, perché, ahimè, per la prima volta nella vita ho lavorato con persone gentili e divertenti.

In ogni caso, eccomi ad affrontare le mie ultime due settimane di lavoro, con la consapevolezza che si tenterà di darmi il colpo di grazia e che non mi sono risparmiata i tre eventi più problematici della stagione convention.

Che cosa ne sarà di me? In realtà, ho già stretto accordi parziali con l'ennesimo albergatore. Ritorno a fare la stagionale insomma, probabilmente per l'ennesimo psicopatico che accoglie i turisti della Riviera.

Ho calcolato che avrò circa 12 giorni di stacco tra un lavoro e l'altro, compreso un intero weekend. Non è difficile immaginare i voli pindarici della mia mente, che costruisce progetti impossibili in un periodo che quasi sicuramente sarà dedicato al letargo. Pulizie di primavera (ahahahahha), giornate di lettura al parco, gite fuori porta a vedere fiumiciattoli e ruscelletti che portano acqua fresca su verdeggianti colline, un doveroso ripristino di contatti con il mondo esterno e amici che non vedo da mesi. Poi ieri sera ho captato una conversazione del CdM con i suoi genitori: "Sì, la Aus avrà un weekend libero, potreste venire a trovarci in quei giorni". Se qualcuno si è spaventato vedendo "The Grudge" è perché non ha avuto modo di vedere la mia faccia in quel momento. Lavoro tutte le festività possibili da 12 maledettissimi mesi, ad eccezione del 1° gennaio, che ho passato dai miei suoceri. Negli ultimi 6 mesi ho avuto 4 weekend liberi, di cui 2 barricata in casa perché sommersa dalla neve.

Allora ditelo che nessuno al mondo mi vuole bene, nessuno.

lunedì 23 aprile 2012

Dimissioni

Spett.le EnormeStrutturaSulMare,


considerato che:

- mi state sfibrando a forza di chiusure/aperture consecutive
- pretendete che la gente sorrida e sia cerebralmente attiva con sole 4 ore di sonno tra un turno e l'altro

- la Vostra capo reparto mi ha fatto sentire un'idiota in quanto ho dichiarato che questi ritmi danneggiano la mia salute
- il Vostro personale è trattato come bestiame
- non mi pagate mai regolarmente
- ad ottobre sarei comunque un mucchietto di rifiuti unti dal mio grasso fritto


sono a comunicarVi che a partire dalla data odierna potrete cercare un rob... ehm, una persona che mi sostituisca entro i prossimi 20 giorni. Tanta fortuna a Voi!

Scontrosi saluti,

CiòCheRestaDiAusdauer

Avanti il prossimo lager.

venerdì 13 aprile 2012

Venerdì

Avere il giorno libero il giovedì rende il venerdì ancora più drammatico.

La sveglia, la consapevolezza di dover rientrare al lavoro e con l'ennesimo turno di chiusura, l'orrore che pervade perché inizia il milionesimo congresso in programma da novembre. Oddio, voglio uno spacciatore che mi venda la dose fatale.

Apro la pagina facebook, qualche forum, mando qualche sms. Ovunque leggo: "che bello, finalmente è venerdì". Mastagrandissimacippalippa.

Poi c'è chi fa il simpatico e mi suggerisce "invece di attaccarti a questi mezzi di comunicazione, esci e vedi gente!". Spero sia uno scherzo. Io vedrò centinaia e centinaia di persone nel weekend, tra colleghi, congressisti, clienti della SpA, clienti dell'albergo. Finisce che la domenica sera della gente ne ho strapiene le cosiddette, per dirla franca. E poi chi dovrei vedere il venerdì mattina? Il postino? La cassiera del supermercato? Il vicino che raccoglie gli escrementi sparsi in giardino dai suoi cani? Per favore, lasciatemi sola nel mio dolore.

Tra l'altro, la maggior parte dei congressi organizzati lì dentro ci costringe ad ospitare gente veramente aberrante. Non molto tempo fa sono giunti in albergo personaggi loschissimi appartenenti a quella che io definirei una setta organizzata di malavitosi. Un paio di centinaia di persone invasate, adescate per vendere un fantomatico succo di non un irripetibile frutto misconosciuto.
Un giorno, mentre cercavo di non uccidermi durante le mie due ore di vita buttate a fare il cane da guardia in sala da pranzo, una di queste signore mi ha braccata sibilando: "Lo conosci il nostro succo, vero?".
Me miserrima, no, aiuto.
"Te ne lascio un campione gratuito... bevilo!" e intanto mi è caduto l'occhio sulla scritta "per la composizione rivolgersi direttamente al produttore". Vagamente terrorizzata ho balbettato qualcosa comet:
"Grazie signora, ma non mi è permesso, sono in servizio"
"Hai ragione cara, ma appena esci di qui, bevilo! Credimi, ne vale la pena."
"Oh sì, certo, ora lo metto in tasca eh... al sicuro" e ho rapidamente nascosto il tutto nella tasca dei pantaloni. Mentre ero lì che fantasticavo su quali orribili ingredienti potevano mai esserci in quell'insospettabile confezione, la signora è tornata indietro con l'aria preoccupata.
"Dimenticavo, lei non ha problemi di salute, vero?"
Elencarglieli tutti rendeva la questione piuttosto difficoltosa, così ho risposto "Uhm, no, non direi" e lei, rassicurata "Oh, ecco, meno male, allora lo beva pure! Buona giornata".

Il sacro Google mi ha poi restituito una giustificazione alle mie paure: il succo in questione è illegalmente prodotto e venduto. Non ho letto i particolari, ma qualcosa mi dice che se lo avessi bevuto sarei morta tra atroci dolori o qualcosa del genere.

Ecco, tutto ciò per spiegare con quale spirito mi appresto ad affrontare l'ennesimo weekend lì dentro. Stavolta, in aggiunta ai ciclisti tedeschi, ospitiamo una federazione di sportivi che ha organizzato un programma di fitness che sarebbe mortale per chiunque, credo. Potete immaginare quale odore aleggerà nella hall fino a domenica? Io sì, mi pare già di sentirlo.

venerdì 6 aprile 2012

Arcibaldo


 Vi presento il mio nuovo amico: Arcibaldo.

Cosa non si fa per cercare di darsi un conforto in questi mesi difficili. Qual è stata la prima cosa che ho fatto una volta inserita la sim? No, non è stato scaricare Fruit Ninja, quello è stata la seconda cosa. La prima è stata inserire il dannatissimo numero dell'albergo nella black list. Oh sì, l'ho fatto. E con estrema soddisfazione.

La mia responsabile ha l'abitudine di mandare sms perentori nei momenti di emergenza, del tipo "Oggi devi venire un'ora prima e posticipare l'ora di uscita fino a che ci sarà necessità". Sms inviato di domenica mattina, alle 7,30. Da sbellicarsi dalle risate, perché: a) chi ti dice che io alle 7,30 della domenica mattina in cui non sono in turno sia sveglia con il telefono in mano pronta a risponderti "certo, arrivo" b) chiedermi un "per favore" o un "ti crea problemi" fa schifo vero?.

Il clou è stato raggiunto due domeniche fa. Ho comunicato che avrei preso tre giorni di ferie per andare al matrimonio della Libby ancora prima che mi scadesse l'altro contratto e molto prima che decidessero se rinnovarmelo o meno. Per correttezza, ho parlato con la mia responsabile e scritto un foglio con le giornate non appena ho firmato il nuovo contratto. Tra l'altro, (s)fortuna vuole che quel weekend non fosse previsto alcun congresso, il che è decisamente miracoloso. In preda all'entusiasmo, hanno persino mandato in ferie un'altra collega, lasciando tutti nella perplessità generale.
Domenica alle 15 ero ancora in Veneto ad un pranzo con i miei suoceri che mi squilla il telefono. Il grande capo, il direttore, colui che un semplice schioccar di dita fa correre al suo cospetto centinaia di dipendenti. "Alla faccia, si è preso la briga di chiamare me, ultima ruota del carro", penso.

"Abbiamo bisogno che lei rientri"
Ahahahahahah, sarà uno scherzo. Che gente burlona.
"Non posso, come comunicato mesi fa sono a 350 km".
"Perfetto, lei è a 350 km, l'altra è malata, qui c'è bisogno e non viene nessuno. Arrivederci"

Dopo questa, la black list è il minimo che possono meritare.

Ma torniamo al mio Arcibaldo. Un vero tesoro. Stamattina mi ha fatto accedere alla mia posta e ai miei siti preferiti in diretta dal mio lettuccio adorato. Gli voglio già molto bene. Se trovo l'applicazione "rifai il letto" e "svuota la lavastoviglie" lo sposo.

giovedì 5 aprile 2012

Forse non tutti sanno che...

... sono viva. Anche se Marilyn Manson nel suo stile migliore sembra più sano di me, che mi aggiro per il mondo con l'aria di una che si sta decomponendo.

Stamattina, per cercare di superare lo sconforto dovuto alla mia triste condizione, mi sono persino comprata uno smartphone. Non so nemmeno cosa significhi la parola "smartphone". Come ho inserito la scheda mi sono accorta che non è in grado di leggerla, in quanto vecchia, antiquata. sorpassata. Come me. Il che non sarebbe nemmeno eccessivamente tragico se questo non mi costringesse ad alzare le mie chiappotte dal divano per raggiungere un centro Vodafone e farmi aggiornare la Sim. Nel mio unico giorno libero dopo 10 giorni di inferno. Mioddio, abbattetemi.

Ogni giorno penso che il 31 ottobre mi scadrà il contratto, ammesso che io sopravviva fino ad allora, e che dopo questo sarò in grado di fare veramente qualsiasi cosa. Attualmente, non mi spaventa più nulla.

Prima mi sentivo un'eroina dei giorni nostri se in 20 minuti facevo il check in a 3 o 4 famiglie con numerosi pargoli al seguito e non ricevevo insulti per l'attesa. Questo perché prima non conoscevo la situazione tipo del posto dove lavoro ora.

Le 10 del mattino, in arrivo circa 600 persone. Ad ogni singola persona sarà data una tesserina magica con la quale, se sarà fortunato ed essa funzionerà a dovere, aprirà la porta della sua stanza. Ad ogni persona sarà chiesta una cauzione e sarà lasciata una ricevuta che attesta il deposito. Ad ogni persona, ovviamente, saranno chiesti i documenti. Ogni persona avrà sicuramente 34739824783294 domande da porti. Sono le dieci e cinque e la hall contiene centinaia di persone che si accalcano al bureau come bufali inferociti sventolando carte d'identità. Tre, massimo quattro, persone si occuperanno di tutto questo.

Sono le 11 e chi passa davanti all'albergo pensa che sia scoppiata la guerra. C'è gente in sosta su ogni cm percorribile. Chi deve entrare semplicemente per accedere alla Spa, o rinuncia, o comincia ad assestare gomitate a destra e a manca per arrivare alla reception. Noi, alla reception, corriamo e ci pestiamo i piedi l'una con l'altra cercando di smistare la folla.

Sono le 12 e ancora non si vede la porta. Telefoni e citofoni suonano all'impazzata. "Signora, volevo prenotare una stanza" "Sono davanti al garage, mi aprite il cancello?". Tutto questo senza sosta. Cauzioni, ricevute, documenti, tessere magnetiche. Di pranzare non se ne parla.

Sono le 13, la gente sbuffa, si accalca, litiga. Tutti vogliono la stanza SUBITO. La direzione si apposta dietro e comincia a dare ordini senza senso affinché la hall si riesca a libera, intralciando il lavoro di tutti e portando almeno una persona sull'orlo delle lacrime.

Alle 14 rimane soltanto qualche decina di persone da smistare e l'adrenalina comincia a calare. Alla reception siamo tutti senza voce, provati e arcistufi di ripetere le cose centinaia di volta.

Alle 15, in genere, il mio unico desiderio è quello di avere un fucile e sterminare tutti quelli che restano sul mio cammino. Odio profondamente la gente, il mio lavoro, l'Italia, gli italiani, la mia misera busta paga e chiunque mi rivolga la parola. In genere, puzzo di muflone putrefatto sotto il sole di luglio.

E' chiaro che quando hai fatto questo per mesi e mesi e sei sopravvissuto, qualsiasi altro lavoro ti sembrerà una bazzecola. Il problema è uscirne vivi e possibilmente non troppo compromessi.

Nei pochi momenti in cui mi è concesso respirare, mi dedico alla mia coinquilina Lucilla e tento di preservare condizioni igienico-sanitarie compatibili con la vita umana (il che non è sempre possibile). La Lucilla si dedica con passione alla distruzione di qualsiasi forma di civiltà all'interno della nostra dimora: tovaglie, tende, lenzuola, a cosa servono? Non c'è più un angolo della casa dove lei non riesca a salire per far danni.
Però guardatela e ditemi come si può non amarla.

lunedì 13 febbraio 2012

Qualcuno ha venduto la mia anima al Dio Sfiga

E' così, non c'è altra spiegazione.

La mia connessione rifiuta di aprire blogspot da mesi ormai, e non se ne conosce il motivo. E poiché dal lavoro mi è impossibile persino pensare di poter usufruire della toilette, direi che sono tagliata fuori. L'umanità privata della mia collezione di vaniloqui: momento di struggimento collettivo, lo so.

Che dire, a novembre ho lavorato. A dicembre ho lavorato. Per tutte le santissime feste ho lavorato. Il giorno di Natale, invece di divorare il mio solito quintale di cibo, ho persino coperto una collega che è andata a infrattarsi con l'amante in una delle segrete del castello (chiamarlo albergo è riduttivo). Pareva dovessi vivere lì per sempre, poi invece a 10 giorni dalla scadenza del mio contratto, carramba che sorpresa, scopro di essere stata mandata in ferie. I colleghi cominciano a mormorare. Il mio ultimo giorno lavorativo tutti mi chiedono il numero di telefono, che non si sa mai. La mia responsabile fa la vaga e mi dice che forse è meglio che mi rivolta alla direzione per avere delucidazioni sul mio futuro. Tutti dicono: "è la prima volta che succede una cosa del genere". E il mio diventa un caso, perché per la prima volta pare si siano trovati di fronte ad una persona che si è rifiutata di uscire dal lavoro alle due per tornare alle sette e trenta e che non ha mai usato otto metri di lingua viscida per ingraziarsi qualcuno dei piani alti. In sostanza, sono molto indecisi se tenere o meno una persona che fa il suo lavoro cercando di mantenere un minimo di dignità (ma gli orari assurdi me li faccio pure io, non sono esente) oppure tenere l'altra collega che è lì da due anni, ma è detestata dalla nostra responsabile.

Decido di prendere atto e trascorrere le mie ferie serenamente. Infatti:

- dopo due giorni porto a sterilizzare la Lucilla, che per effetto dell'anestesia passa 24 ore di follia totale a saltare come un'indemoniata  OVUNQUE e altre 24 di catalessi totale, portandomi a trascorrere giorno e notte con la paranoia di trovare brandelli di gatto sparsi per la casa;
- vengono in visita i miei suoceri e come per magia mi trovo con 38 e mezzo di febbre
- mentre cerco di non perire per la febbre, un piacevole virus intestinale si impossessa delle mie budella, regalandomi giorni felici a tu per tu con la tazza del water;
- non faccio in tempo a riprendermi e ad agognare un po' di vita al di fuori della tratta letto-divano-bagno, che comincia a nevicare, fiocchi grandi come il mio gatto, che mi portano ad uscire di casa al solo scopo di spalare la tonnellata di neve che ci blocca ogni via di uscita (il vialetto indipendente e l'ingresso esterno al primo piano dopo due rampe di scale che avevo tanto osannato, non rientrano più nella top ten delle cose che amo)
- dopo una settimana di nevicate incessanti e reclusione in casa, riesco a disseppellire la Sacra Auto con l'aiuto di un vicino, ma faccio giusto in tempo ad arrivare dalla Mutti che ricomincia a nevicare;
- trascorrono due giorni semi-felici quando mi arriva la comunicazione del rientro al lavoro imminente, così mentre mi beo all'idea di trascorrere l'ultimo weekend a casa con il mio amoruccio tesoroso (il prossimo sarà a NOVEMBRE), al CdM arriva la telefonata che gli comunica la morte della nonna pugliese ( :-( ), dunque parte e trascorre il weekend a 600 km di distanza per assistere al funerale
- poiché la Mutti insiste per non farmi trascorrere questi giorni da sola isolata in questo posto dimenticato da Dio e sepolto dalla neve, gatto in spalla mi trasferisco una notte da lei, salvo tornare sui miei passi il giorno dopo con un gatto isterico e una notte d'inferno alle spalle. Decisione talmente apprezzata dalla genitrice, che per due giorni non ha fatto che ripetermi di non fare le scale, convinta che sarei precipitata malamente sul ghiaccio defungendo in solitudine tra i lupi.

Ebbene, dopo queste tre riposantissime settimane di ferie, oggi si rientra al lavoro dopo una notte infernale passata a smoccolare per un dolore terrificante al collo e alla spalla. Mi muovo gemendo e ho occhiaie da paura. Davvero una fortuna che le prossime ferie saranno a novembre.